Proseguono le prese di posizione contro lo standard Euro 7: l’ ACEA dice che sposta risorse dall’elettrificazione
L’entrata in vigore delle normative Euro 7 dovrebbe essere posticipata perché non dà alle case automobilistiche abbastanza tempo per prepararsi.
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L’entrata in vigore delle normative Euro 7 dovrebbe essere posticipata perché non dà alle case automobilistiche abbastanza tempo per prepararsi. “Siamo fermamente convinti che sia necessario una modifica dell’attuale proposta – ha affermato il ceo di Audi Narkus Duesmann -. Abbiamo speso molto tempo e denaro nello sviluppo delle auto elettriche”.

SERVE O NO? – Il provvedimento, molto restrittivo rispetto all’Euro 6e attualmente in vigore, è stato approvato in via preliminare lo scorso novembre e regola le emissioni inquinanti come monossido di carbonio e ossido di azoto. Il nuovo standard propone anche la regolamentazione delle emissioni di particolato delle pastiglie dei freni e dei pneumatici. Per soddisfare i nuovi requisiti, i costruttori dovrebbero aggiornare i motori con nuove tecnologie, il cui costo – affermano le case automobilistiche – verrebbe trasferito ai clienti. I produttori vedono l’Euro 7 come “una distrazione inutile” visto che le nuove regole si applicherebbero solo all’ultima generazione di propulsori termici, destinati all’estinzione dopo il 2035. Di contro, i sostenitori affermano che la nuova normativa salverebbe migliaia di vite visto che, anche se la regola sarà in vigore solo per 10 anni, i veicoli adeguati al nuovo standard resterebbero per le strade per molti anni.

PERDITA DI TEMPO – A dare man forte a Duesmann c’è anche l’ACEA, l’associazione che riunisce i più grandi costruttori europei di auto, il cui presidente Luca de Meo (Gruppo Renault) a gennaio aveva affermato: “Un grande investimento sull’Euro 7 avrebbe un vantaggio ambientale marginale, ma richiederebbe i produttori di spostare risorse sostanziali dall’elettrificazione e dai veicoli a zero emissioni”. Quindi, l’investimento per aggiornare i motori a combustione “rallenterebbe la transizione verso la neutralità climatica”. De Meo aveva avvertito che i nuovi regolamenti potrebbero costringere le case automobilistiche ad abbandonare la produzione di alcuni motori a combustione piuttosto che impegnare molte risorse per ricertificarli. La conseguenza? La chiusura di diverse fabbriche in Europa.

ADDIO CITYCAR – Lo conferma Martin Jahn, capo delle vendite della Skoda, che ha dichiarato che la casa ceca dovrebbe chiudere uno stabilimento e ritirare alcuni modelli nel caso in cui l’Euro 7 dovesse entrare in vigore così com’è concepito oggi. “Smetteremmo di produrre i modelli più piccoli come Fabia, Scala e Kamiq”, ha detto in un dibattito televisivo. A rischio ci sarebbero almeno 3.000 posti di lavoro.

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