Riciclaggio fra Italia e San Marino, spunta un nome della galassia Mps

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RICICLAGGIO – È l’Italia che produce e che evade (in gran parte) il fisco quella che, secondo la ricostruzione di Guido Ruotolo oggi sul quotidiano La Stampa, gli uomini del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza del generale Giuseppe Bottillo hanno intercettato nell’inchiesta – portata avanti da GdF e procura di Roma – che aveva per oggetto sette indagati. Tutti professionisti del riciclaggio, che operavano tra San Marino e Roma attraverso alcune società del gruppo San Marino Investimenti SaEnrico Maria Pasquini, presidente del gruppo Smi, è ritenuto il vertice dell’associazione. In Italia operavano le società “Amphora Fiduciaria Spa (per l’attività fiduciaria), Iti Leasing Spa (per le compravendite in leasing) e Iti Finanziaria spa (per il rilascio in favore di imprenditori di finanziamenti)”.

L’INCHIESTA – Società, queste ultime, formalmente “situate in Madeira, Portogallo”, che operavano però a San Marino. Ma Pasquini e la sua organizzazione utilizzavano società radicate anche aVanuatuMaltaPanamaLussemburgoDelaware e British Virgin Island, Paesi off shore inseriti nella black list di quelli non aderenti alle direttive comunitarie antiriciclaggio. L’inchiesta della procura di Roma è giunta a una svolta, con la notifica agli indagati delle conclusioni delle indagini. Dunque, La Stampa ricorda che i “clienti” della struttura di riciclaggio/investimento di capitali non sono stati “oggetto” delle attenzioni dell’indagine capitolina, anche se diverse posizioni sono state stralciate e mandate alle procure competenti.

NOMI NOTI – Un miliardo di euro ogni anno per almeno 13 anni affidati da 1.500 “clienti” all’organizzazione specializzata nel riciclaggio e “nell’esercizio abusivo dell’attività finanziaria e di intermediazione finanziaria”. Nomi noti e meno noti: da Zucchero, al secolo Adelmo Fornaciari, che ha investito 400mila euro, agli industriali dei salumi Levoni, delle cucine Berloni, delle acque minerali Uliveto e Rocchetta. E calciatori, dirigenti e funzionari del Monte dei Paschi di Siena e tanti altri professionisti. Un’inchiesta romana in cui la Finanza ha scoperto che Alessandro Toccafondi, stretto collaboratore dell’ex numero uno dell’area finanza di Mps Gianluca Baldassarri, aveva trasferito a San Marino e a Vanuatu – un paradiso fiscale del Pacifico – oltre 13 milioni di euro.

I SOLDI AFFIDATI – Si va dai 6,7 milioni di euro dell’industriale delle cucine Antonio Berloni ai 6,4 milioni del titolare delle acque minerali Uliveto e RocchettaNiquesa De Simone. E ancora: quasi 4,5 milioni per Sante Levoni, produttore di salumi, e 11,6 milioni (dal 2005) per Marco Iannilli, commercialista romano coinvolto nell’inchiesta Finmeccanica. Una volta che un cliente affidava i suoi risparmi o i capitali frutto di attività illegali (evasione fiscale), la struttura guidata da Pasquini li riciclava all’estero e poi li faceva rientrare in Italia. Attraverso “almeno un doppio schermo fiduciario cosiddetto a colonna, costituiti da due o più mandati di cui il primo necessariamente radicato in San Marino”.

LO SCHEMA – Come funzionava? Un cliente si rivolgeva alla Smi conferendo un mandato fiduciario, ovvero affidando denaro o quote azionarie con la delega a operare per conto proprio. La società chiedeva una maggiore quota di provvigione nel momento in cui suggeriva un’attività di schermatura moltiplicando il mandato fiduciario ad altre società operanti nel Paesi paradisi fiscali. E quando i soldi servivano puliti in Italia, i clienti li potevano avere in contanti o attraverso fittizi finanziamenti o contratti di leasing.

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