Roadshow per l’internazionalizzazione delle Piccole e Medie Imprese promosso da Intesa Sanpaolo
Protagoniste del Roadshow per l’internazionalizzazione delle Piccole e Medie Imprese promosso da Intesa Sanpaolo, le imprese di Lazio e Abruzzo, in un evento che ha visto la partecipazione di Paolo Musso, Direttore Commerciale Imprese della Direzione Regionale Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo.
Intesa Sanpaolo

Ancora nessun commento

Protagoniste del Roadshow per l’internazionalizzazione delle Piccole e Medie Imprese promosso da Intesa Sanpaolo, le imprese di Lazio e Abruzzo, in un evento che ha visto la partecipazione di Paolo Musso, Direttore Commerciale Imprese della Direzione Regionale Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo.

Tra le aziende coinvolte nell’evento, anche Grastim, azienda del settore energetico nata dalla joint venture tra due realtà italiane: Graded, fondata nel 1960 e specializzata in servizi energetici per complessi civili, e il gruppo Stim, attivo nella progettazione di linee automatizzate ad alta tecnologia in ambito industriale. Grastim è una realtà globale che opera stabilmente in Italia, Portogallo, Regno Unito, Germania e Spagna.

Abbiamo intervistato Gianfranco Milani, Direttore Generale di Grastim.

Domanda: Ingegner Milano, chi è Grastim e qual è il suo modello di business?

Risposta: La nostra è un’azienda relativamente giovane, nata nel 2006 dall’incontro di due realtà imprenditoriali locali, Graded di Napoli e STIM di Latina, e si rivolge al sistema industriale con soluzioni integrate di efficienza e generazione energetica on-site. I nostri Clienti presentano profili ad elevata intensità di consumo, siti produttivi ove il terreno è fertile per soluzioni complesse con target che coniugano riduzione di costi e miglioramento dell’impronta ambientale. Grastim realizza gli investimenti e gestisce produttivamente gli asset con contratti di servizi estesi pluriennali.  L’azienda nasce e ha il cuore pulsante a Napoli ma ha negli anni ampliato la sua presenza sui mercati UE con sedi operative in UK, GER, SP e POR.  E dal 2019 è presente in Nord America tramite la controllata USA.

D: Quale la sua strategia di sviluppo?

R: In due parole i pilastri della nostra crescita: Internazionalizzazione e Innovazione. In primis la spinta all’internazionalizzazione, tratto caratteristico e distintivo di Grastim, viene dai ns Clienti: multinazionali quali Unilever, Kraft Heinz, Iglo, PPG, Froneri. Abbiamo avuto la fortuna ma ancor di più la capacità di guadagnarci la fiducia di primari Gruppi multinazionali, con la bussola chiara su credibilità e accountability. Ora più che mai, poi, innovazione: la transizione energetica è per noi oramai un impegno quotidiano, una grossa sfida che è però al tempo stesso fonte di ispirazione e un’enorme opportunità di sviluppo.

D: Quali obiettivi si pone nel breve e nel medio termine in Italia e in Europa?

R: La velocità di cambiamento che si è imposta è tale che i piani che potevano ipotizzarsi a medio-lungo termine sono oggi in forte accelerazione: biocombustibili, ibridazione con energia solare e cattura CO2, sono oggi soluzioni che stiamo programmando, in Italia e in alcune delle nostre operations in Europa, per il prossimo triennio in coerenza con le policy di sostenibilità dei nostri clienti. Per questi obiettivi si guarda al 2025; per il 2030 poi ci attendiamo un impatto crescente dall’idrogeno.

D: Quali gli obiettivi sul mercato statunitense?

R: Le dimensioni enormi e i cambiamenti in corso fanno del mercato americano un’opportunità strategica per Grastim. Siamo in una posizione unica per far crescere il nostro modello di business, in un contesto, quello USA appunto, per certi aspetti ancora vergine rispetto alle soluzioni creative e ai modelli finanziari da noi proposti. Siamo fiduciosi che con il track record e l’apertura alle soluzioni lowcarbon, i tempi sono maturi per crescere anche aldilà dell’oceano.  

D: Quali nuove opportunità si profilano con l’avvicendamento politico negli USA e con il piano di rilancio europeo, strettamente collegato al Green New Deal?

R: La convergenza di politiche e di priorità ambientali tra Europa e Stati Uniti nella fase post-pandemica è macroscopica. Niente del genere era neanche lontanamente immaginabile sino a 7-8 mesi fa, e la visita di John Kerry, in Italia e poi in Europa, evidenzia in maniera simbolica ma direi anche politica questa comunanza di direzione strategica. Ovviamente diversi saranno modi, tempi e volumi di fuoco messi in campo ma non c’è dubbio che siamo in una fase di vicinanza di visione e pianificazione che non si era mai vista.

D: Quale il ruolo di svolto da Intesa Sanpaolo a supporto dell’internazionalizzazione dell’azienda?

R: Intesa aveva accompagnato Grastim in una delle prime operazioni di finanziamento nel 2012. Nel 2018 poi, nell’ambito dell’investimento di entrata sul mercato USA, Intesa ci ha supportato erogando un finanziamento di 6$m tramite la filale di New York.

A fine 2018 poi, con Grastim che aveva elaborato un piano di consolidamento e programmato nuovi investimenti in Europa, Intesa ci ha coinvolto nell’operazione obbligazionaria del Basket Bond: è stato per noi uno strumento che ci ha consentito l’accesso a strumenti più evoluti e innovativi di finanza con un passo robusto nella direzione di apertura ai mercati finanziari ma agevole nell’implementazione poiché ben strutturato.

D: Quali sono secondo lei le criticità e le risorse delle aziende italiane sui mercati esteri?

R: Le sfide sui mercati esteri sono in prima analisi di tipo culturale, nel senso più ampio del termine: operare sui mercati esteri significa apertura, rispetto, capacità di adattamento, flessibilità, networking, spesso utilizzo di soft skill. La lingua può rappresentare una complicazione, laddove l’inglese non sia diffusamente riferibile. D’altra parte, riusciamo a competere grazie alla nostra creatività, duttilità e non ultimo il nostro addestramento sul campo tra mille barriere e ostacoli burocratici, oggi forse il più macroscopico punto debole del sistema paese Italia.

Smart International Tour di Intesa Sanpaolo

Il programma 2021 di Smart International Tour, il roadshow per l’internazionalizzazione delle PMI promosso da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Monitor Deloitte, prevede un ciclo di 23 webinar rivolti alle imprese clienti della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, guidata da Stefano Barrese, per sostenerle nella crescita internazionale grazie al network del Gruppo Intesa Sanpaolo in tutto il mondo. Attraverso la sua rete estera presente in circa 40 paesi e costituita da filiali, uffici di rappresentanza e banche controllate, Intesa Sanpaolo garantirà il supporto necessario alle piccole e medie imprese, affiancandole in percorsi di crescita per consentire lo sviluppo dell’operatività anche in nuovi mercati.

Il ciclo di appuntamenti si focalizza su 7 aree di interesse per le PMI che vogliono crescere nei mercati esteri di Brasile, Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Spagna, Emirati Arabi Uniti e Romania. Tali paesi saranno oggetto di numerosi appuntamenti, che coinvolgeranno tutte le 12 direzioni regionali della Banca dei Territori, le strutture della rete internazionale della Divisione IMI Corporate & Investment Banking – guidata da Mauro Micillo – tra cui le filiali HUB di Londra, New York e Dubai, le filiali di Francoforte, Madrid, Abu Dhabi e Intesa Sanpaolo Brasil SA, Intesa Sanpaolo Bank Romania, banca che rientra nel perimetro della Divisione International Subsidiary Banks – guidata da Marco Elio Rottigni – oltre agli esperti di Monitor Deloitte.

Questa iniziativa per supportare le aziende nel rilancio delle attività economiche in mercati esteri contribuisce anche ad attuare uno dei pilastri di “Motore Italia”, il programma recentemente avviato da Intesa Sanpaolo che mette a disposizione delle imprese 50 miliardi di euro di nuovo credito per liquidità e investimenti nella transizione sostenibile e digitale.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI