Sei in difficoltà? Arriva il nano-prestito
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Nano-prestiti per famiglie in difficoltà e micro imprese che non riescono a ottenere finanziamenti attraverso il canale bancario, perché non in grado di offrire adeguate garanzie. Il nuovo prodotto finanziario sarà sperimentato nel corso del 2015 proprio a Napoli per essere poi esteso al resto del Paese. Il progetto è stato presentato il 30 Gennaio al Banco di Napoli: sponsor dell’iniziativa Finetica, Banca Etica e Mediocredito Europeo, sotto la supervisione del ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan. Di cosa si tratta in concreto? Di crediti non superiori a 2.500 euro, grazie ai quali si eviterà che famiglie disagiate o piccole aziende in crisi finiscano nelle grinfie degli usurai. Caratteristica di questi prestiti, che saranno erogati da Mediocredito e Banca Etica, è che avranno un Taeg (il costo effettivo dell’operazione espresso in percentuale che il cliente deve a chi eroga il credito) di almeno un punto percentuale inferiore a quello legale. Essi avranno una durata di 30 mesi, quindi dovranno essere restituiti in due anni e mezzo. La rata massima di pagamento non sarà superiore a 100 euro al mese.

Si comincia già nei prossimi giorni con le prime 50 famiglie residenti nel territorio della diocesi di Nola, con un budget di 10 mila euro ma a metà anno saranno raggiunti almeno 150 destinatari incrementando il plafond. «Il confronto di oggi — spiega il direttore generale di Finetica, Nello Tuorlo — vuole essere un momento di riflessione e di confronto tra diversi stakeholder del settore nel tentativo di cercare insieme le soluzioni migliori per rispondere ai diffusi e insoddisfatti bisogni di accesso a piccoli prestiti da parte di un numero sempre maggiore di imprese, famiglie e persone, fortemente a rischio di esclusione finanziaria e sociale, o, peggio ancora, di diventare vittime dell’usura e del racket soprattutto nelle regioni meridionali del nostro Paese».

Attualmente, soprattutto al Sud, l’esclusione di migliaia di famiglie dall’accesso agli strumenti di credito, sta determinando un cambiamento radicale delle strategie operative delle organizzazioni usuraie che sempre di più, per mitigare i rischi della denuncia, tendono a orientarsi verso i cosiddetti nano-prestiti, che erogano applicando tassi di interesse variabili tra il 10 e il 20 per cento al mese, pari al 120-240 per cento all’anno, approfittando del fatto che né le banche, né le finanziarie trovano generalmente conveniente trattare. Napoli e Caserta sono oggi le due province italiane a maggior rischio usura. In Campania si calcola che siano 32 mila gli operatori economici coinvolto nel giro degli strozzini. L’allarme usura, cresciuta quasi del 200 per cento nella regione, è l’inevitabile conseguenza della grave situazione di difficoltà economica in cui versano le famiglie e le piccole imprese, in base ai dati di contribuenti.it. E l’associazione artigiani di Mestre quantifica in quasi il 70 per cento in più della media italiana il rischio usura in Campania.

Oggi nella regione sono già in corso alcune iniziative di microcredito, la più importante delle quali riguarda la costituzione del fondo Microcredito Fondo sociale europeo, che prevede la concessione di microprestiti a soggetti tradizionalmente “non bancabili”, da un minimo di 5.000 ad un massimo di 25.000 euro, da restituire, a tasso zero, in cinque anni. L’obiettivo è favorire processi di crescita e sviluppo per il lavoro autonomo e la microimpresa, coinvolgendo quei soggetti in condizione di svantaggio economico, sociale ed occupazionale altrimenti esclusi dal sistema creditizio tradizionale. Esiste poi una forma di microcredito destinata a nuove imprese femminili del territorio salernitano.

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