Sono passati 14 anni da quando il nome di Ruby Rubacuori è diventato noto a causa dei processi legati a Silvio Berlusconi
Ruby Rubacuori aveva 17 anni, infinitamente pochi per reggere il ruolo da protagonista in uno scandalo nazionale, poi diventato globale sotto l’etichetta del Bunga Bunga, che definiva le feste organizzate da Silvio Berlusconi nella sua villa di Arcore.

Ruby Rubacuori aveva 17 anni, infinitamente pochi per reggere il ruolo da protagonista in uno scandalo nazionale, poi diventato globale sotto l’etichetta del Bunga Bunga, che definiva le feste organizzate da Silvio Berlusconi nella sua villa di Arcore. “Conoscerlo mi è costato molto” ha detto.

Ruby Rubacuori e le feste di Silvio Berlusconi ad Arcore

In una lunga intervista concessa al New York Times, Karima el-Mahroug ripercorre la vicenda alla vigilia dell’ennesima udienza in tribunale che la vede coinvolta, insieme ad altre donne, in una vicenda legata a presunte tangenti che Berlusconi avrebbe pagato per comprarne il silenzio.

Karima el-Mahroug, riporta il quotidiano americano, ammette di aver partecipato e ballato alle feste del Cavaliere, più volte, ricevendo in cambio circa 40 mila euro e gioielli: nega però di aver fatto qualcosa di illegale, attribuendo il suo comportamento alla sua giovane età e alla necessità di trovare soldi dopo un’infanzia difficile.

In effetti tante delle donne coinvolte, che hanno ammesso di aver partecipato ai party di Arcore, hanno ammesso di aver ricevuto denaro o regali costosi da Berlusconi, ma il Cavaliere non si sarebbe esposto economicamente per comprare il loro silenzio.

Anzi, affermano che l’ex premier è stato sempre generoso con loro, anche prima che i casi venissero aperti: raccontano che Berlusconi le avrebbe in un certo senso anche indennizzate per i danni scaturiti dal caso giudiziario, che ha avuto ricadute sulle loro vite e le loro reputazioni.

I processi Ruby

Nata in Marocco, si era trasferita in Italia da bambina: metà della sua vita, però, l’ha passata sotto i riflettori proprio a causa dei cosiddetti processi Ruby.

Il New York Times li sintetizza:

  • Ruby I: Silvio Berlusconi era stato accusato di aver pagato Karima el-Mahroug, allora minorenne, in cambio di prestazioni sessuali e di aver abusato della sua posizione per coprire la cosa. Inizialmente l’ex premier era stato condannato, per poi venire assolto per mancanza di prove che dimostrassero che fosse a conoscenza dell’età della ragazza;
  • Ruby II: diverse persone vicine a Silvio Berlusconi erano state condannate per favoreggiamento della prostituzione, avvenuto arruolando ragazze per le feste Bunga Bunga;
  • Ruby III: l’ultimo processo, focalizzato sulle tangenti, ha coinvolto circa 20 donne tra cui Karima el-Mahroug. Sono state tutte assolte in primo grado, ma i pm di Milano hanno presentato appello.

Karima el-Mahroug si è detta anche contraria al fatto che i processi portino il suo nome,aggiungendo che avrebbero dovuto invece portare quello di Berlusconi perché “è stato lui il creatore di tutto questo”.

Le intercettazioni

Il New York Times rispolvera però anche le intercettazioni tra Karima el-Mahroug e Silvio Berlusconi: la donna avrebbe chiesto al Cavaliere 5 milioni di euro per testimoniare a suo favore nel processo, ma lei stessa ha negato di averli ricevuti, sottolineando come in quel momento fosse disperata a causa dell’attenzione mediatica.

Mi hanno uccisa per arrivare a lui – ha dichiarato el-Mahroug -: conoscerlo mi è costato molto“.

La notte che cambiò la vita di Karima el-Mahroug

La notte che cambiò la vita di Karima el-Mahroug è quella del 27 maggio 2010, quando la ragazza venne arrestata dalla polizia, con l’accusa di furto.

Nei mesi precedenti aveva ballato nei nightclub dei vip di Milano, ma anche alle feste di Arcore: e proprio Berlusconi si adoperò per farla scarcerare.

Chiamò in questura e dichiarò il falso, dicendo che Karima el-Mahroug fosse la nipote di Hosni Mubarak, l’allora presidente dell’Egitto: Berlusconi, in futuro, dichiarò di credere veramente alla parentela.

La faccenda finì sui giornali: “Fui etichettata come prostituta minorenne, e quello è un marchio che porti per sempre”, ha dichiarato el-Mahroug.

L’allora 17enne divenne per tutti Ruby Rubacuori, le persone “si sentivano autorizzate a insultarmi violentemente sui social”.

Chi fine ha fatto Ruby?

Da allora, Karima el-Mahroug ha provato a fuggire da Ruby.

Qualche anno fa ha iniziato una relazione con un imprenditore nel settore della ristorazione, ha aperto una clinica di bellezza focalizzata su iniezioni di Botox e filler, ma il suo passato è ancora ingombrante.

Come sottolineato dal New York Times, basta cercare il suo nome su Google per trovarsi davanti a foto provocatorie, scattate quando ancora era minorenne, per cui Karima el-Mahroug si dice ancora pentita: le persone per strada, nei ristoranti e persino gli amici di sua figlia, a volte, la chiamano Ruby.

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