Tesla 2025: i 3 motivi concreti dietro il crollo globale delle vendite

Tesla non è più ai vertici del mercato come qualche tempo fa e il boss Elon Musk ha scelto di cambiare rotta o – per lo meno – di correggere il tiro ed essere più presente nelle sue attività in veste di imprenditore, dedicando da ora in avanti minor tempo alle questioni politiche.

Più che una flessione, per Tesla si tratta di un vero e proprio crollo delle vendite, con un utile netto del gruppo che ha registrato un eloquente -71% a 409 milioni di dollari. I ricavi sono calati del 9% a 19,34 miliardi di dollari, contraddicendo le anteriori prospettive degli analisti di Wall Street. Un altro significativo parametro, il fatturato, ha registrato una discesa ancora più evidente e pari a circa il 20%. Evidentemente c’è qualcosa che non torna nella strategia commerciale di una delle società dell’uomo più ricco del mondo e, di seguito, proveremo a spiegare quali sono almeno 3 ragioni della crisi del marchio automobilistico.

L’impegno politico e lo schieramento pro Trump

Lavoro al Doge completato, ora torno alle mie auto“, con queste sintetiche parole Elon Musk ha annunciato di voler fare un passo indietro in politica, terreno in cui sia nella campagna elettorale pro Trump sia negli ultimi mesi, si è esposto notevolmente. Proprio questa esposizione ha portato a una marcata divisione tra i suoi sostenitori e i suoi detrattori e chi magari in precedenza avrebbe valutato di comprare una Tesla e non un’altra vettura ad alto costo, oggi potrebbe propendere per un marchio diverso da quello della casa automobilistica con sede a Austin.

Insomma, se nell’ultimo periodo non è mancato il suo impegno nel Dipartimento per l’efficienza del governo, struttura avente lo specifico compito di ridurre sprechi e spese federali nonché di snellire le regolamentazioni e il sistema burocratico Usa, ora per Elon è tempo di tornare ai suoi affari motoristici quasi a tempo pieno.

Anche a seguito delle varie polemiche interne e internazionali in merito alla sua attività nel Doge, l’imprenditore nato in Sudafrica ha fatto sapere che dedicherà al Dipartimento non più di un paio di giorni alla settimana. D’altronde gli interessi che circolano attorno al marchio Tesla sono multimilionari, l’azienda non può ammettere ulteriori perdite. Basti pensare ai cali del titolo in Borsa di oltre il 40% da inizio anno. La speranza è che le azioni del marchio tornino rapidamente a salire dopo il suo ritorno nella cabina di comando.

Non dimentichiamo inoltre che le dichiarazioni politiche di Elon Musk, in particolare il suo aperto sostegno a posizioni di destra (si pensi alle polemiche per le sue presunte ingerenze nella campagna elettorale tedesca) e la sua stretta associazione con l’amministrazione Trump, hanno suscitato dure proteste e boicottaggi in vari paesi. In Europa ciò ha portato a episodi di vandalismo contro veicoli e showroom Tesla, con un impatto negativo sulle vendite, soprattutto in Germania e Francia.​

Problemi di produzione e strategia commerciale

Altro fattore che ha influito sul crollo delle vendite sta nelle scarse novità nella gamma di prodotti offerti dalla casa texana. In Europa le vendite di veicoli elettrici Tesla sono precipitate del 45% nel primo trimestre di quest’anno. Il dato è particolarmente significativo perché l’Acea – Associazione Europea dei Costruttori di Automobili ha rivelato che è la maggior diminuzione tra i principali gruppi automobilistici, pur in un periodo di crescita complessiva delle vendita di auto elettriche.

In particolare, il restyling della sport utility Model Y ha causato ritardi nella produzione, con disponibilità limitata in alcune aree. Ma la versione più economica del suo veicolo più venduto è prevista al lancio già nella prima metà di quest’anno, nell’auspicio che possa incrementare di nuovo gli acquisti. C’è poi da dire che la strategia di Tesla di focalizzarsi sulle vendite nel quarto trimestre 2024 ha portato a scorte scarse all’inizio di quest’anno, influenzando negativamente il mercato nel primo trimestre.​

Concorrenza crescente e incertezze geopolitiche

Se fino a poco tempo fa Tesla era leader indiscussa globale del settore dei veicoli elettrici, ora la lotta con il produttore cinese Byd è agguerrita. I concorrenti asiatici hanno infatti annunciato di aver messo a punto una batteria elettrica in grado di ricaricarsi in pochi minuti e di sottrarre quindi altre fette di mercato al marchio Usa. Oltre a Byd ci sono però altri concorrenti come Nio e XPeng che offrono veicoli con tecnologie avanzate a prezzi competitivi, come è nel classico stile commerciale cinese.

E lo scenario è incerto anche per le attuali tensioni geopolitiche, si pensi alle politiche commerciali degli Stati Uniti verso la Cina, con i dazi che stanno influendo negativamente sulle vendite delle auto Tesla in mercati chiave come quello del paese con capitale Pechino.

Concludendo, proprio la combinazione di questi 3 fattori aiuta a spiegare il crollo di Tesla degli ultimi mesi, un marchio che fino al 2024 godeva di grandissima popolarità e lustro.

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