Il test del prossimo stress test

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Il Cers (Comitato Europeo per il Rischio Sistemico) ha recentemente pubblicato una serie di informazioni su un importante stress test che sarà effettuato a fine anno per valutare la stabilità e lo stato di salute delle banche europee.

Negli ultimi mesi i rappresentanti del Comitato hanno cercato di convincere gli investitori che il test sarebbe stato una simulazione di uno stress finanziario grave. Le banche che non dimostrano di avere le basi per resistere verrebbero allo scoperto. A questo proposito Danièle Nouy, presidente del Consiglio di Vigilanza della Banca Centrale Europea, ha dichiarato che affinché l’esercizio sia credibile devono esserci alcune banche che non superano il test. Poiché la rappresentazione degli scenari è un metodo formidabile per valutare i rischi, è questo il momento giusto per testare lo stress test valutando gli scenari costruiti.

Pregi e difetti

Che cosa determina uno scenario di stress corretto? Il primo criterio è la legge di Murphy: le sfortune capitano tutte insieme. Il secondo criterio è che sarebbe logico ritenere che nella realtà le cose non andranno peggio. Per superare il test dovrebbero essere soddisfatti entrambi i criteri.
Il problema è che lo scenario peggiore del test soddisfa purtroppo soltanto il primo criterio. Gli spread e i rendimenti dei titoli sovrani e dei titoli corporate aumentano entrambi. Parallelamente si verifica un peggioramento delle risorse patrimoniali e dei prezzi dell’immobiliare.
Il test si piazza però in una posizione peggiore sul secondo criterio. I governativi greci e spagnoli che rendono l’11 e il 5,5%? Con il senno di poi della crisi finanziaria, questi livelli fanno pensare più a una recessione ciclica che non a uno stress grave. Soltanto due anni fa i rendimenti erano più alti. Il calo delle risorse patrimoniali di circa il 20% non è altro che quello che si era guadagnato l’anno scorso. Insomma, fin qui lo stress test non ha superato il test.

Ma non tutto è negativo. L’ipotesi che i prezzi dell’immobiliare scendano di circa il 10% nei prossimi tre anni sembra ragionevole. E ci sono altri elementi positivi che vale la pena citare. Per la prima volta i titoli di Stato detenuti in portafoglio dalle banche saranno soggetti a un costo. Il debito sovrano non è risk free e non dovrebbe essere ponderato come tale. Inoltre, assieme alla Asset Quality Reviewe al supervisory risk assessment, la valutazione generale del rischio da parte della Bce aumenta la trasparenza del settore bancario riducendo le incertezze e migliorando la capacità di finanziamento delle banche sane.
In conclusione, lo stress test migliora la trasparenza e questo dovrebbe essere motivo di plauso. Inoltre, per la prima volta viene incluso in questi test anche il rischio dei titoli di Stato. Non ci sono tuttavia molte possibilità di valutare tutti questi bilanci insieme e in maniera definita. Tutti, e soprattutto la Bce, sono consapevoli che si tratti di un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Apparentemente, la Bce ritiene davvero che procrastinare sia il miglior modo per avanzare.

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