Torna alla ribalta il tema di una fusione tra Banco Bpm e un’altra banca del nord

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banco bpm“Penso di sì, è inevitabile”, ha detto Giuseppe Castagna il ceo di Banco BPM rispondendo alla domanda se una possibile aggregazione sarà un capitolo del piano industriale atteso in autunno.

Il manager tuttavia ha sottolineato che serve “una situazione macro e politica più chiara, per capire in che direzione sta andando il Paese. E un regolatore che dia tempi che consentano la realizzazione di un progetto industriale che si auspica possa essere almeno a tre anni”. Banco Bpm, lo ricordiamo, è già frutto della fusione tra due istituti, Banca Popolare di Milano e il veronese Banco Popolare, avvenuta due anni fa.

Secondo Castagna anche con un’aggregazione con banche “eventualmente valutabili resteremmo più piccoli” delle big rivali Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Per Banco Bpm future nozze con Ubi Banca?

Qui però tornano a galla i possibili obiettivi di Banco Bpm, in quanto per l’ad con l’operazione “saremmo ancora più forti dove conta esserlo”.

“La forza della fusione tra Banco e Bpm è la geografia – ha proseguito Castagna -. Siamo ben strutturati nelle quattro regioni più industrializzate del Paese, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Semmai dovessimo pensare ad altre operazioni, le penseremmo li”.

Quanto alle “cenerentole” Banca Mps e Carige, le due vicende pesano “psicologicamente” sul clima di incertezza generale perché “gli investitori temono che verremo coinvolti in salvataggi. Ma ormai in un caso c’è un azionista come lo Stato che può rendere la banca appetibile per una aggregazione. Nell’altro caso si tratta di una banca di dimensioni minori che sarebbe bello se continuasse ad avere una sua autonomia”.

In Borsa intanto alle ore 12 le azioni Banco Bpm cedono terreno in una nuova giornata difficile per i mercati internazionali, alle prese con i timori di recessione mondiale: il titolo, che venerdì aveva chiuso a -0,8%, segna -1,61% a 1,646 euro.

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