Trasparenza: multe senza governance e addio resoconti trimestrali
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Il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo recante l’attuazione della direttiva 2013/50/UE sull’armonizzazione degli obblighi di trasparenza riguardanti le informazioni sugli emittenti i cui valori mobiliari sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato,  della direttiva 2003/71/CE, relativa al prospetto da pubblicare per l’offerta pubblica o l’ammissione alla negoziazione di strumenti finanziari, e della direttiva 2007/14/CE che stabilisce le modalità di applicazione di talune disposizioni della direttiva 2004/109/CE .

I punti maggiormente qualificanti dell’intervento normativo sono l’innalzamento della soglia oltre la quale scattano gli obblighi di  comunicazione al mercato delle partecipazioni azionarie rilevanti detenute in società con azioni quotate, con passaggio dall’attuale livello del 2 per cento al 3 per cento. Abrogazione della rendicontazione trimestrale delle società emittenti motivata negli assunti – si legge sempre nella Relazione – Con l’assunto che la produzione di informazioni finanziarie con frequenza maggiore di quella semestrale, in talune circostanze, potrebbe disincentivare strategie di investimento orientate al lungo periodo. Altre disposizioni del decreto legislativo sono volte a: semplificare alcuni aspetti definitori, quali – ad esempio – la determinazione dello stato membro di origine, la qualifica di PMI soggette ad una soglia per la notifica delle partecipazioni rilevanti nella misura del 5 per cento, più elevata di quella ordinaria (3 per cento), la distinzione tra la fase di ammissione a quotazione e quella di ammissione alle negoziazioni; ridurre gli oneri informativi a carico delle società emittenti, adeguandoli ai livelli di regolazione minima dettati dalla Direttiva e salvaguardando comunque un adeguato regime informativo; disegnare un sistema di sanzioni efficace e proporzionato, sia per le società che commettano violazioni, sia nei confronti degli esponenti aziendali e del personale che abbiano contribuito alle violazioni suddette. In tal senso si impone una completa disclosure delle pratiche di governance delle società quotate, richiamando un obbligo che, nei fatti, esisteva anche precedentemente ma che la nuova norma  rende coattivo mediante la quantificazione del le sanzioni.

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