Via libera del cda alla cessione ad Apollo del polo assicurativo

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Il cda di Banca Carige, riunitosi ieri, ha dato il via libera alla cessione del proprio polo assicurativo al fondo statunitense Apollo Global Management. Nelle ore successive all’ok, arrivato da Genova nel primo pomeriggio di ieri, si è quindi proceduto a uno scambio di documentazione con gli Usa che dovrebbe portare, nei prossimi giorni, al closing dell’operazione, con la sottoscrizione del contratto tra l’istituto di credito guidato da Cesare Castelbarco Albani (presidente) e Piero Luigi Montani (ad) e Apollo. Solo al momento della firma l’accordo sarà ufficializzato. Ma, a meno di (altamente improbabili) cambi di rotta statunitensi dell’ultimo istante, i giochi sono fatti. Secondo rumors, la cessione dovrebbe avvenire a un prezzo vicino ai 300 milioni di euro (Carige puntava a ottenerne 360). L’operazione porta a compimento lo sbarco di Apollo nello scacchiere delle assicurazioni europee. Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova, le due compagnie finora controllate dalla banca genovese, si aggiungeranno, infatti, a un’altra recentissima acquisizione del fondo Usa, che ha inglobato in Portogallo il ramo assicurativo Tranquilidade di Novo Banco, banca ponte nata per fronteggiare la crisi del Banco Espirito Santo, crollato sotto il peso di uno squilibrio finanziario miliardario. Il gruppo Carige, che è stato assistito nell’operazione di cessione del ramo assicurativo da Mediobanca , Leonardo & Co e Legance Avvocati Associati, dovrebbe continuare, comunque, a distribuire i prodotti passati sotto la proprietà di Apollo attraverso la propria rete di sportelli. Ieri, peraltro, Carige ha chiuso a 0,094, segnando un +1,62 %. Un risultato positivo in un periodo in cui il titolo ha sofferto molto, arrivando a toccare, il 16 ottobre, il suo minimo storico annuale: 0,084. La banca, inoltre, al pari di altri 13 istituti italiani, sta aspettando i risultati, che saranno ufficializzati nel prossimo week-end, degli stress test della Bce. Un momento ovviamente atteso con trepidazione dai vertici dell’istituto, che hanno dovuto far fronte alla difficile situazione lasciata dalla precedente gestione – e stigmatizzata dagli ispettori di Bankitalia – procedendo a un aumento di capitale da 800 milioni.

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