Con la legge InvestmentCompact, approvata quasi un anno fa, il 24 marzo 2015, è nata una nuova categorie di imprese, nei confronti della quale sono previste diverse agevolazioni a sostegno dell’innovazione del Made in Italy. Come vengono definite? Di quali vantaggi possono godere? Per quanto tempo? Il Ministero dello Sviluppo economico (Mise) ha preparato una scheda di sintesi della nuova policy.
IInizialmente il Mise stimava che le Pmi innovative potessero essere tra le 7mila e le 10mila. Ad oggi, febbraio 2016, la cifra è però molto inferiore: quelle iscritte al registro delle pmi innovative tenuto da Infocamere sono 117.
Le piccole e medie imprese innovative godono di gran parte delle agevolazioni concesse finora alle startup innovative. Nel dettagliato documento elaborato dalla Segreteria Tecnica del Ministro, Direzione Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le omi, si ricorda l’iter legislativo attraverso il quale si è arrivati al provvedimento e si specificano gli elementi relativi a “definizione,regime di pubblicità, monitoraggio e valutazione delle piccole e medie imprese innovative”.
Per rientrare nella categoria delle pmi innovative una società deve avere meno di 50 milioni di euro di fatturato all’anno (o un attivo dello stato patrimoniale sotto i 43 milioni), meno di 250 dipendenti e possedere almeno due di questi tre requisiti: il 3% dei costi totali deve essere attribuibile a attività di ricerca, sviluppo e innovazione; un terzo del team deve essere composto da persone in possesso di una laurea magistrale o un quinto del team deve essere formato da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori; oppure deve essere proprietaria di una forma di protezione intellettuale o di protezione del software. Se ha due di questi tre requisiti e un bilancio certificato può accreditarsi a una sezione speciale del Registro delle imprese e godere di gran parte delle agevolazioni previste a beneficio delle startup innovative.
Numerosi i vantaggi per questa categoria imprenditoriale, mutuati da quelli delle loro “sorelle” startup. Per esempio le pmi innovative hanno diritto all’esonero dall’imposta di bollo per l’iscrizione al Registro, pur restando tenute al pagamento dei diritti di segreteria dovuti per adempimenti relativi alle iscrizioni nel registro delle imprese, nonché del pagamento del diritto annuale dovuto in favore delle Cciaa. Inoltre possono remunerare il personale con piani di incentivazione in equity quali stock option e work for equity, con contemporaneo esonero da imposizione sul reddito.
Sono previsti incentivi fiscali in favore di persone fisiche e persone giuridiche che intendono investire nel capitale sociale delle pmi innovative. Le agevolazioni fiscali, che sono quelle riconosciute alle startup innovative dall’articolo 29 del DL 179/2012, sono applicabili alle pmi innovative che operano sul mercato da meno di 7 anni dalla loro prima vendita commerciale. In sostanza la persona fisica che investe in una pmi innovativa potrà beneficiare di una detrazione Irpef del 19% fino a un massimo di 95mila euro all’anno. Se è invece una persona giuridica la deduzione dall’Ires sarà del 20%, per un massimo di 99mila euro l’anno. La legge demanda ad un decreto del Mef di concerto con il Mise l’individuazione delle modalità di attuazione di tali agevolazioni che con ogni probabilità non diventeranno operative prima di un anno.
La legge stabilisce inoltre che anche le pmi innovative possano usufruire dell’equity crowdfunding, la modalità di raccolta fondi online normata oltre un anno fa in Italia che prevede finanziamenti alle startup in cambio dell’acquisto di titoli di partecipazione nelle società.
Viene riconosciuto anche alle pmi innovative l’accesso semplificato al Fondo Garanzia per le Pmi, istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico e pronto a fare da garante del prestito alle startup innovative. Si conferma la garanzia gratuita e concessa secondo modalità semplificate sull’80% del prestito concesso da banca.