Il 2017 si apre all’insegna della speranza
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Questa è legata ad alcuni fatti concreti e positivi. Per esempio, Brexit fino a questo momento non ha prodotto i risultati temuti. Anzi, l’economia britannica cresce abbastanza bene.

Le elezioni americane, molto temute per via dell’elezione di Trump, hanno invece dato il via ad un rialzo imponente. Gli indici, infatti, sono sui massimi di tutti i tempi. l’economia americana, inoltre, va piuttosto bene, L’Europa regge bene, grazie alla svalutazione dell’euro. La crescita per il 2017 dovrebbe essere intorno all’1,5%. Non è male per l’Europa, di questi tempi. Lo stesso si può dire per la Cina, che sembra aver ripreso il controllo della sua borsa e della sua economia.

C’è quindi da chiedersi quindi se, al contrario del 2016, il 2017 inizia con la speranza e possa chiudersi con la paura. Uno scenario particolarmente negativo è possibile, ma molto poco probabile. Potrebbe avvenire qualora a maggio le elezioni francesi dessero la vittoria a forze che chiedano lo scioglimento dell’unione monetaria. Questo sarebbe uno scenario molto pesante. Come detto, però, è molto poco probabile.

Più che di scenari particolarmente pesanti o di recessioni in arrivo (francamente improbabili), da temere c’è eventualmente un senso di delusione. Questo potrebbe materializzarsi più nella seconda metà dell’anno. Probabilmente sarà da riscontrare nei provvedimenti che prenderà la nuova amministrazione USA. Tali provvedimenti sono potenzialmente positivi per i mercati. Lo sono sia dal lato dell’offerta, che dal lato della domanda (maggiore spesa per infrastrutture). Si potrebbe quindi scoprire che questi interventi abbiano prospettive positive più per il 2018-2019 che non quest’anno. Questo potrebbe magari portare dei mercati, magari saliti ulteriormente, a sentire il bisogno di un consolidamento.

Questi soffrono per una situazione in cui la FED ha ripreso a parlare di rialzi dei tassi. Previsti tre nel 2017. Per i bond l’anno si apre, quindi, all’insegna della preoccupazione. Questa preoccupazione potrebbe essere mitigata nell’anno qualora l’inflazione non salisse molto, scenario probabile. Ancor di più gioverebbero di una FED che rinunci ad uno di questi tre rialzi.

Operativamente, quindi, si tratterà di cavalcare l’ondata di speranza della prima parte dell’anno, restando investiti in azioni, ed abbastanza leggeri in obbligazioni. Senza però eccedere e lasciarsi prendere dall’entusiasmo. Anzi, verso la primavera, dopo i primi 100 giorni di Trump, e la fine della luna di miele dei mercati, sarà il momento di alleggerire i portafogli. Converrà quindi prepararsi ad una seconda parte dell’anno di consolidamento.

Per l’obbligazionario il momento peggiore sembra già passato. Forse ancora qualche problema in questa prima parte dell’anno. Dovrebbe esserci un recupero nella seconda. Tutti questi movimenti si inseriscono in un ciclo obbligazionario divenuto moderatamente negativo. Nel medio periodo, le duration lunghe non offrono grandi guadagni.

Il dollaro è forte contro tutti. E’ una forza strutturale, quindi dovrebbe mantenersi. Però attenzione a non correre troppo dietro al mercato e riempirsi di dollari. Semmai, approfittare per eventuali rialzi per alleggerire.

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