Ora l’agente assicurativo punta alla collaborazione

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Ormai il Decreto Sviluppo bis è diventato legge. E con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale anche la norma che dà il via libera alla collaborazione tra intermediari assicurativi è una realtà. Festeggiano le principali associazione di categoria degli agenti e dei broker, mentre è meno felice l’Ania, l’associazione delle compagnie che da subito si è opposta al provvedimento. «Si tratta di una norma vitale per avviare anche in Italia un reale processo di libera concorrenza nel settore assicurativo – spiega Claudio Demozzi, presidente nazionale dello Sna –. Il via libera alla possibilità per gli intermediari di collaborare tra loro e con altri soggetti iscritti al Rui è stato tanto osteggiato da alcune grandi compagnie che, evidentemente, temono che il settore possa diventare più trasparente e competitivo».

Cosa accadrà in realtà? Ci sono molte aspettative, in particolare sul fatto che sia i broker sia le banche potranno ricominciare a collaborare con gli agenti, come già facevano prima che l’Isvap con l’articolo 109 del Codice delle assicurazioni lo vietasse. «Le idee camminano sulle gambe degli uomini – continua Demozzi –. Il “plurimandato orizzontale” apre molti scenari per proporre ai clienti miglior servizi e offre agli agenti possibilità di miglioramento del business: si possano creare economie di scala con centri di pluriofferta». Il modello agenziale italiano è in crisi, chiudono migliaia di agenzie. È un mercato asfittico che non cresce, perde fatturato in termini reali. Anche per questo il principale sindacato degli agenti ha già realizzato un codice deontologico e ha già stretto un accordo con le associazioni dei broker finalizzato a regolare, per la prima volta, i rapporti di collaborazione tra le due categorie professionali.

Ma non tutti la pensano. Fresco di nomina il presidente dell’Anapa, una nuova associazione di agenti assicurativi nata a fine novembre, Vincenzo Cirasola, presidente anche del Gaa Generali, ha inviato un comunicato in cui spiega che Anapa disconosce l’accordo firmato da Sna con i broker. «Vogliamo sottolineare come tale Protocollo, che gli enti firmatari hanno sottoscritto “nell’interesse dei propri associati e della clientela rappresentata”, non può essere applicato agli intermediari che non siano associati all’uno o all’altro sottoscrittore, né può essere opposto agli organismi che non abbiano concorso alla sua approvazione». Risponde alla presa di posizione direttamente il presidente della Sna (8mila iscritti). «Si tratta di pura demagogia – spiega Demozzi –. L’Anapa sa benissimo che l’adesione al protocollo Sna, Aiba e Acb è volontaria. Saranno gli agenti a decidere se parteciparvi o meno. Queste dichiarazioni della nuova associazione, che dovrebbe tutelare in primo luogo gli agenti, sembrano coincidere più con i desiderata delle compagnie che con i reali interessi degli agenti». Nel frattempo Anapa, che dichiara di contare associati, è stata ricevuta dal ministero dello Sviluppo economico e dall’Isvap, in coda al tavolo tecnico per la definizione del cosidetto contratto base nella Rc Auto che ha coinvolto le due associazioni maggiormente rappresentative. Insomma la spaccatura tra Sna-Unapass e la neonata associazione si fa sempre più evidente.

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