Una corretta gestione è stata proposta al PFEXPO 2017, durante la sessione “Passaggio generazionale dell’impresa di famiglia”.
Due avvocati, Francesco Frigieri, dello Studio Frigieri, e Daniela De Gregorio, avvocato, mediatore civile e commercialista, spiegano come gestire questo passaggio di testimone nelle piccole e medie imprese, anche individuali.
La prima accortezza che i gestori delle piccole aziende familiari devono mettere in campo è l’ascolto: non solo del cliente imprenditore, come spiega Frigieri, ma di tutta la realtà aziendale, con l’obiettivo di dare continuità alla attività imprenditoriale di stampo familiare, guardando al passaggio generazionale come a una possibile eventualità futura. Intervenire su tutti i soggetti coinvolti in questo processo, in un approccio piramidale rovesciato, infatti, limita le conflittualità interne che si potrebbero esasperare nel passaggio di testimone.
Il secondo step è pianificare il passaggio generazionale: innanzitutto è necessario comprendere gli obiettivi dell’azienda ponendo attenzione alla comunicazione. Porre domande specifiche e potenti, stimolando una visione a lungo termine spesso tralasciata a favore di esperienze già vissute che limitano la capacità di crescita e sviluppo dell’impresa familiare. Un compito difficile ma non utopico: in Italia abbiamo una grande presenza di aziende familiari longeve, da Ferrero a Barilla, passando da Beretta. Queste imprese hanno trovato uno scopo superiore che le ha guidate nel passaggio generazionale e le ha distolte dal mero obiettivo di privare qualcuno del potere in azienda.
Daniela De Gregorio ha poi delineato un metodo negoziale per progettare e gestire il delicato momento del passaggio generazionale nelle PMI a conduzione familiare: la tecnica AKA, che si basa sulla consapevolezza del contesto in cui si agisce, sulla conoscenza della controparte e del processo, sul possesso e la padronanza delle abilità necessarie a condurre questo processo. Tradotto, sono necessari una serie di colloqui e sessioni consulenziali ben mirate, arricchite da una ampia raccolta di dati, analisi, valutazioni e definizione delle risorse e delle competenze in possesso dell’azienda. E, infine, immaginare il passaggio generazionale come una serie di mattoni da ben posizionare per creare un ponte che trasporti l’esperienza dell’azienda familiare a un’altra generazione.
Sono quattro i mattoncini individuati da De Gregorio.
1. La persona: ovvero l’imprenditore, il management, i familiari, ma anche i dipendenti, i clienti e i fornitori che sono parte integrante dell’azienda.
2. L’azienda: ovvero definire la struttura dell’impresa, i tempi necessari al passaggio generazionale o l’evoluzione del prodotto offerto, che spesso identifica sia la famiglia sia il nome dell’azienda (ad esempio Giovanni Rana è associato alla produzione di pasta fresca), con un impatto reputazionale che non si può sottovalutare, e le risorse che devono essere ben gestite anche in un’ottica di sostenibilità.
3. La mission: gli obiettivi, i valori (come onesta e trasparenza), l’etica, la sostenibilità e il know how. Elementi importantissimi per la reputazione di una impresa.
4. Infine, l’agire: naturalmente per tempo e creando sinergie tra la generazione che esce e quella che esce.