Ecco come nasce Ink Kids
innovazione

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Il figlio del creatore di INK ha fatto un disegno per sua madre. Quest’ultima ha fatto la foto e l’ha pubblicato su facebook dove ha riscosso moltissimi commenti positivi. Una creativa dell’azienda, vedendolo, ha deciso di creare un anello con questo disegno e regalarglielo. La mamma allora ha fotografato anche quest’ultimo e lo ha pubblicato su facebook. Questa volta, oltre ai commenti positivi, sono iniziati ad apparire anche i “lo voglio anche io”. Il creatore dell’azienda, allora ha deciso di creare la linea INK kids: tutte le mamme possono mandare i disegni dei loro figli e loro gli producono i gioielli. Questo è un esempio di lean marketing: è nato quasi per caso, non ci aveva mai pensato prima.
Di solito per lanciare un prodotto si fanno molte ricerche, si spreca molto tempo e molti soldi. Loro invece lo hanno testato subito.
Questo tipo di prodotti non sarebbe stato possibile anni fa.
Hanno voluto creare un brand che raccontasse quello che vanno a fare. Di un’azienda di solito si vede solo il prodotto. E’ come un iceberg, si vede solo il 20%. L’80% se non lo si racconta non lo vede nessuno. In quell’80% c’è il brand: clienti, valori, missione, stakeholders, origini, eccetera.
INK ha fatto anche una collezione su richiesta di Laura Pausini. Se non avesse usato il digital non l’avrebbe mai raggiunta.
Attraverso l’uso dei social, i clienti soddisfatti pubblicano i prodotti e fanno ulteriore pubblicità. Allo stesso tempo, se si sbaglia si è sulla bocca di tutti. Per questo, ovviamente, bisogna avere molti più clienti soddisfatti che insoddisfatti.
Il fatto che i clienti pubblichino le loro foto è una social proof molto importante.
Toccando persone famose, poi, si riescono a toccare nicchie sempre maggiori.
I quattro pilastri della strategia sono:
• Storytelling;
• Branding;
• Personal branding;
• Customer experience.
INK è chiaramente una customer centric organization. Questo è il tema della co-creazione, in quanto il cliente “partecipa” alla creazione del prodotto.

Con i social è molto più attendibile che, per esempio, con la tv, perché una persona potrebbe aver acceso la televisione ma allo stesso tempo potrebbe non guardarla o essere un po’ disattento. Con i social invece l’accesso viene fatto di proposito proprio per vedere le novità, che cosa sta succedendo intorno a noi
Ora quando si sente parlare di un brand si va sui social media a sentire i pareri.
Il sito dell’azienda è molto basato sullo storytelling. La recensione infatti influisce tantissimo sullo sviluppo del ciclo di vendita del prodotto e pareri strettamente negativi potrebbero sancire la fase di declino del ciclo di vita del prodotto molto prematuramente.

 

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