Inflazione, Istat rivede stima: a dicembre prezzi -0,2%
Nel mese di dicembre 2020 l`indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,2% su base mensile e diminuito dello 0,2% su base annua (come nel mese precedente).
Inflazione

Ancora nessun commento

Nel mese di dicembre 2020 l`indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,2% su base mensile e diminuito dello 0,2% su base annua (come nel mese precedente). La stima preliminare era -0,1%. Lo ha reso noto l’Istat.

L`inflazione rimane negativa per l`ottavo mese consecutivo, a causa dei prezzi dei Beni energetici (-7,7%, da -8,6% del mese precedente) il cui calo meno marcato, insieme con quello dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -1,6% a -0,7%), è però compensato dal rallentamento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +3,2% a +1,6%), determinando così la stabilità della flessione dell`indice Nic.

L`”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera a +0,6% (da +0,4% di novembre) e quella al netto dei soli beni energetici rimane stabile a +0,6%.

L`aumento congiunturale dell`indice generale è dovuto alla crescita dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+1,9%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,8%), solo in parte compensata dalla diminuzione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,0%).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona dimezzano la loro crescita su base annua a +0,6% (da +1,2%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d`acquisto sono stabili a -0,3%.

L`indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,2% su base mensile e diminuisce dello 0,3% su base annua (come a novembre), confermando la stima preliminare. La variazione media annua del 2020 è pari a -0,1% (era +0,6% nel 2019).

L`indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e una diminuzione dello 0,2% rispetto a dicembre 2019. La variazione media annua del 2020 è pari a -0,3% (era +0,5% nel 2019).

Inoltre, l’Italia è in deflazione nel 2020 per la terza volta dal 1954, anno d’inizio della serie storica dell’indice dei prezzi al consumo. Secondo i dati dell’Istat, nel 2020, la diminuzione dei prezzi al consumo in media d`anno è stata dello 0,2% a fronte del +0,6% del 2019.

Nel 1959 i prezzi segnarono -0,4% e nel 2016 scesero dello 0,1%. “Analogamente a quanto accaduto nel 2016 e a differenza di quanto verificatosi nel 1959, quando fu dovuta anche ad altre tipologie di prodotto, la variazione annua negativa dell`indice Nic – ha spiegato l’Istat – è imputabile prevalentemente all`andamento dei prezzi dei beni energetici (-8,4% rispetto al 2019) al netto dei quali l`inflazione rimane positiva e in lieve accelerazione rispetto all`anno precedente”.

La variazione media annua dell`indice è il risultato di una dinamica infra-annuale che nel primo trimestre vede ancora un`inflazione positiva (+0,3%), che diventa negativa con l`inversione di tendenza che si registra a partire dal secondo trimestre (-0,1%), che si amplifica nel terzo (-0,5%), per poi ridursi nell`ultimo trimestre (-0,2%), lasciando in eredità al 2021 un trascinamento pari a -0,1%.

Nel 2020 le divisioni di spesa i cui prezzi continuano a crescere accelerando rispetto al 2019 sono quella dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (da +0,8 a +1,4%), di Abbigliamento e calzature (da +0,3% a +0,7%) e di Mobili, articoli e servizi per la casa (da una variazione tendenziale nulla a +0,7%); invertono invece la tendenza i prezzi delle divisioni di spesa di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (da +1,3% a -3,3%) e dei Trasporti (da +0,8% a -2,3%) a causa della dinamica dei Beni energetici; registrano un rallentamento quelli dell`Istruzione (da +0,4% a una variazione tendenziale nulla) e dei Servizi ricettivi e di ristorazione (da +1,3% da +0,5%); infine attenuano la loro flessione i prezzi delle Comunicazioni (da -7,7% a -4,9%).

Le divisioni di spesa che contribuiscono maggiormente alla variazione media annua negativa dell`indice generale sono quelle di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,334 punti percentuali) e dei Trasporti (-0,341), mentre i principali contributi positivi si osservano per i Prodotti alimentari e bevande analcoliche (0,232) e per gli Altri beni e servizi (0,165).

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI

Più di 4 milioni i cittadini che vivono nei Comuni senza credito ne finanza

L’assenza di sportelli bancari sul territorio e l’abbandono da parte delle banche delle zone più periferiche è un problema per le persone, per i professionisti, per i risparmiatori, ma anche per le imprese: perché un minor numero di banche e di filiali, si traduce, concretamente, anche in meno credito, con conseguenze facilmente immaginabili sull’economia, sugli investimenti, sulla crescita.

Leggi »

L’ impresa individuale segnala un declino quasi ventennale

Il primo maggio nasce per ricordare le battaglie dell’Ottocento per la giornata lavorativa di otto ore, le rivendicazioni sindacali che ancora oggi caratterizzano questa giornata la associano soprattutto ai lavoratori dipendenti, ma in realtà è la festa di tutti i lavoratori, anche quelli autonomi.

Leggi »