Più di 4 milioni i cittadini che vivono nei Comuni senza credito ne finanza
L'assenza di sportelli bancari sul territorio e l'abbandono da parte delle banche delle zone più periferiche è un problema per le persone, per i professionisti, per i risparmiatori, ma anche per le imprese: perché un minor numero di banche e di filiali, si traduce, concretamente, anche in meno credito, con conseguenze facilmente immaginabili sull'economia, sugli investimenti, sulla crescita.
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L’assenza di sportelli bancari sul territorio e l’abbandono da parte delle banche delle zone più periferiche è un problema per le persone, per i professionisti, per i risparmiatori, ma anche per le imprese: perché un minor numero di banche e di filiali, si traduce, concretamente, anche in meno credito, con conseguenze facilmente immaginabili sull’economia, sugli investimenti, sulla crescita.

La desertificazione bancaria, ovvero la riduzione del numero di sportelli sul territorio, è un fenomeno in crescita negli ultimi anni e che riguarda soprattutto le grandi banche, che tendono ad accentrare la loro operatività in poche sedi, situate prevalentemente nelle città e nei centri più grandi, investendo molto, invece, in tecnologie che consentono agli utenti di fare operazioni a distanza e senza la necessità di recarsi in filiale o rivolgersi ad un operatore.

Ma non è questa l’unica realtà nel panorama italiano né la tendenza prevalente propria soprattutto delle grandi banche deve essere intesa come l’unica possibile. Al contrario, c’è una rete di piccole banche, in particolare di banche popolari, che tengono fede alla loro missione di vicinanza al territorio e continuano ad essere presenti con una fitta rete di filiali, con i propri operatori, con Atm evoluti che portano i servizi bancari anche nelle zone più periferiche. Sono ancora molte le piccole banche che continuano ad essere fortemente presenti sui territori, scegliendo non solo le grandi città, ma anche i piccoli centri. Questa scelta decisamente in controtendenza rispetto al trend principale ha forza e attualità se si coniuga con investimenti in tecnologia e innovazione. È infatti necessario che anche le piccole banche siano al passo con i tempi, investano molto in tecnologie, ascoltino i bisogni dei consumatori e credano nello sviluppo del digitale, ma, al tempo stesso, senza mai rinunciare alla loro caratteristiche distintiva, ovvero la presenza sul territorio e la tutela del rapporto personale. La commistione tra tecnologia e presenza fisica sul territorio, tra innovazione e tradizione è un modello vincente, che piace molto, soprattutto ai giovani che cercano velocità e efficienza, ma chiedono anche di confrontarsi con professionisti qualificati in grado di consigliarli sul loro futuro. Sono questi gli strumenti vincenti che possono assicurare un vantaggio sulle grandi piattaforme e sui player non bancari. La dicotomia tra grandi e piccole banche è un falso problema: l’economia – e soprattutto l’economia italiana – è fatta di moltissime piccole imprese e ha bisogno sia dei grandi Istituti sia delle piccole banche.

E per queste ultime, la soluzione se non si vuole ricorrere ad aggregazioni e si vuole mantenere la propria autonomia è data da economie di scala e sinergie. La partecipazione a network importanti per la fornitura di alcuni servizi ad alto valore tecnologico, infatti, consente alle piccole banche di mantenere la propria autonomia: l’aggregazione, in questo caso, non riguarda la perdita di identità e di autonomia, ma è relativa esclusivamente alla fruizione di servizi, così da ottimizzare costi ed efficienza. In questo modo anche una piccola banca come la nostra riesce a raggiungere importanti obiettivi, ad essere presente sui territori con le migliori tecnologie ed una efficace presenza fisica e a guadagnare quote di mercato nel settore a noi più vicino, ovvero PMI e famiglie». Ma c’è un altro aspetto importante che riguarda le banche popolari e la declinazione del loro rapporto con il territorio, ovvero il modo in cui agiscono influenzando la crescita economica, l’inclusione finanziaria, la sostenibilità e il contributo che danno alla crescita sociale e culturale, sostenendo iniziative artistiche, culturali, sportive, di solidarietà.

La presenza delle banche popolari sul territorio, molto spesso, va ben oltre l’offerta di servizi bancari e sempre più le piccole banche sono interlocutori privilegiati di enti, istituzioni, associazioni e sostengono tantissime iniziative culturali che, altrimenti, sarebbe impossibile realizzare. Lo sport, la musica, l’arte, la cultura, ma anche importanti iniziative di solidarietà vengono realizzate con il contributdi tante piccole banche che, proprio per la loro approfondita conoscenza delle realtà locali, sono un volano di sviluppo e di crescita. Le piccole banche distribuiscono valore sul territorio, generando anche in questo modo crescita e sviluppo. E non può essere dimenticato il rapporto specialissimo delle banche popolari con i soci, interlocutori e protagonisti dell’operato di molti istituti di credito. C’è un rapporto speciale con i soci consolidato nel tempo, alimentato da una trasparenza assoluta nella gestione di ogni attività. Fondamentali la distribuzione annuale dei dividendi che rappresenta una forte immissione di ricchezza sul territorio, soprattutto in considerazione del fatto che i soci sono prevalentemente piccoli risparmiatori e persone fisiche, ma anche i benefici riservati ai soci in termini di prestiti agevolati e facilità di accesso al credito a condizioni favorevoli: c’è, infatti, un rapporto diretto con i soci che rende semplici e veloci le risposte alle richieste di credito, ma mai a discapito del merito creditizio. È grazie a questa efficienza e prudenza che la banca ha una buona qualità del credito, ottenuta grazie anche alla competenza e alla professionalità del nostro personale e delle amministrazioni e delle direzioni generali che si sono succedute nel tempo.

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