Viaggi di lavoro: attenzione ai costi e fattori Esg li riducono in un’azienda su due
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In Europa, i viaggi di lavoro sono in netto calo quasi in un’azienda su due (44%). È quanto emerge dall’International People Mobility Report di Aon, multinazionale dei servizi professionali, che ha sondato 400 società in 18 settori industriali. Se negli anni passati, il benessere e la sicurezza dei dipendenti rappresentavano gli elementi chiave che influivano sulla mobilità sul posto di lavoro, oggi i fattori importanti sono diventati innanzitutto i costi e poi i fattori Esg. Solo al terzo posto vengono benessere e sicurezza dei lavoratori. La causa? Si deve principalmente a fattori quali la stabilità finanziaria e altre questioni geopolitiche.

L’impatto di Covid e crisi geopolitica

«Mentre l’impatto quotidiano del Covid è meno acuto nella maggior parte delle Region, sono emerse nuove criticità come la situazione in Russia e Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione globale e la carenza di talenti. Tutti questi fattori stanno plasmando il futuro a breve termine delle esigenze di mobilità internazionale», spiega Michel Teunisse del team International People Mobility di Aon. Giuseppe Faragò, chief commercial officer di Aon aggiunge che «riconoscere le nuove esigenze della forza lavoro quando si trova in trasferta o in espatrio è un passo fondamentale per comprendere il mondo del lavoro attuale e come cambierà. Le aziende devono garantire un livello di sicurezza lavorativo adeguato anche in queste casistiche». Tra le cose importanti da prevedere ci sono sicuramente «soluzioni assicurative che spaziano dalla polizza per business travel con assistenza medica 24/7 e copertura degli inconvenienti di viaggio, al programma di supporto per lavoratori residenti all’estero per conto di multinazionali italiane», continua Faragò.

Il lavoro da remoto

I dati del report di Aon mostrano anche cambiamenti significativi nelle politiche di immigrazione che influenzano la mobilità globale. Ad esempio, alcuni Paesi potrebbero diventare più restrittivi in termini di immigrazione, mentre altri introdurre politiche per attrarre lavoratori e imprenditori più qualificati. Lavorare da un’isola tropicale è meno comune e anche più complicato di quanto non lo fosse durante la pandemia. I governi hanno promulgato Leggi e aggiornato le politiche che regolano il lavoro da remoto a livello internazionale, mentre i datori di lavoro sono diventati meno flessibili con i lavoratori a distanza. Il 50% dei datori di lavoro afferma che il lavoro da remoto internazionale nella propria azienda è un’opzione in calo rispetto al 63% dello scorso anno.Tra il 2022 e il 2023 si è registrata una crescita significativa delle opportunità di viaggio in ogni funzione aziendale. I viaggi non si concentrano più solo sulle esigenze commerciali e dirigenziali, ma riconoscono altri importanti aspetti di business, come l’istruzione e la formazione. Nonostante questo, ci sono dei limiti: ad esempio, quasi un’organizzazione su cinque (19%) non ha ancora definito quando reintrodurre le trasferte per la formazione. Al viaggio si preferiscono altre soluzioni, come le videoconferenze.

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