Consob condanna i vertici della Cassa di risparmio di Savigliano

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La banca Cassa di risparmio di Savigliano, il suo amministratore delegato, altri quattro componenti del vecchio Comitato esecutivo e tre esponenti del collegio sindacale, sono stati condannati dalla Consob a pagare sanzioni per 160 mila euro. Motivo: violazione dell’obbligo «di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza nell’interesse dei clienti».

Il 18 e 19 ottobre 2010, la banca cedette «in soli due giorni» ai clienti proprie obbligazioni per un totale di 15 milioni di euro. L’istituto avrebbe dovuto contattare ogni singolo acquirente (in tutto 401) proponendo l’acquisto o, al limite, attendere che fosse il correntista a fare il primo passo. Non fu così.

Per la Consob il 30 per cento degli ordini di sottoscrizione «sono stati strumentalmente imputati all’iniziativa del cliente», non essendo così sottoposti a quella che tecnicamente si chiama «valutazione di adeguatezza». Ed, in più, la Commissione ha accertato che la banca ha «riprofilato un numero rilevante di clienti assegnando agli stessi un profilo di rischio più elevato rispetto a quello prima registrato, rendendo adeguata l’operazione altrimenti inadeguata».

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