Ligresti si appella alla Consulta

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Salvatore Ligresti s’appella alla Corte costituzionale nell’udienza preliminare di ieri a Milano per l’aggiotaggio sul titolo Premafin. L’avvocato Gianluigi Tizzoni ha sollevato l’eccezione di legittimità costituzionale delle norme del Testo unico della finanza che puniscono la manipolazione di un titolo affiancandosi alla sanzione amministrativa, se di rilevante entità (nel caso di Ligresti, più di 5 milioni di multa). Il richiamo è alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo — cui si erano appellati gli ex vertici di Ifil-Exor Franzo Grande Stevens, Virgilio Marrone e Gianluigi Gabetti — che ha condannato l’Italia per aver violato il principio del «ne bis in idem» equiparando le sanzioni amministrative elevate a una condanna penale. Durante il processo Ifil-Exor, l’avvocato Michele Briamonte già aveva sollevato l’eccezione, che però era stata respinta. Toccherà ora al gup Alessandra Clemente decidere, il 6 giugno, se rinviare alla Consulta o respingere la richiesta. La questione è complessa, visto che in Italia non è precluso il doppio binario amministrativo e penale, la sentenza europea non è ancora definitiva e recenti orientamenti della Cassazione escludono che si tratti di «bis in idem». Ma i legali di Ligresti hanno comunque scelto di provarci.

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