Azimut Holding che ha oggi oltre 55 miliardi di euro di masse gestite, è nel frattempo passata da 700 professionisti a quasi 1.800 consulenti finanziari di oggi, che salgono a 2.200 includendo la rete all’estero. Il gruppo conta inoltre circa 100 tra gestori e analisti.
Nei 15 anni Azimut ha inoltre raccolto circa 44 miliardi di euro di nuove masse e ha generato quasi 2 miliardi di euro di utile netto, di cui 1,3 miliardi di euro pagati agli azionisti come dividendo.
Espansione all’estero
Nel corso degli ultimi anni Azimut ha investito all’estero sia tramite acquisizioni che tramite crescita organica: in Cina (Hong Kong e Shanghai), Monaco, Svizzera, Singapore, Brasile, Egitto, Messico, Taiwan, Cile, USA, Australia, Turchia ed Emirati Arabi. Su 15,6 miliardi di euro di masse gestite all’estero, 4,2 fanno capo all’area Europa, Medio Oriente e Nord Africa, 6 miliardi nelle Americhe e 5,5 nell’area Asia-Pacifico. Grazie all’efficace espansione
internazionale, Azimut è oggi l’unico player italiano nel risparmio gestito con una reale presenza globale.
«La scelta di investire in Paesi ad alto potenziale di crescita sarà uno dei driver di sviluppo anche nel prossimo piano industriale quinquennale – che sarà presentato al mercato nei prossimi 12 mesi – e prevedrà che la percentuale di masse gestite all’estero passi dal 28% di oggi al 35% nel 2024», si legge nel comunicato. Un’altra fonte di crescita sarà l’espansione attraverso Azimut Libera Impresa nel settore degli asset alternativi e non quotati (es. private equity, private debt, venture capital, etc.), il cui peso è previsto raggiungere almeno il 15% delle masse totali del gruppo dall’attuale 1 per cento.
Giuliani: «Azienda sottovaluta»
«Nel 2018 le attività all’estero hanno dato un tangibile contributo positivo alla redditività del gruppo», ha spiegato Pietro Giuliani, presidente di Azimut Holding, «con un’accelerazione della marginalità che continueremo a vedere nei prossimi periodi. Secondo le nostre stime basate su multipli di mercato locali così come transazioni di M&A nei rispettivi paesi, il solo business estero vale circa 1,5 miliardi di euro. L’attuale capitalizzazione di borsa del gruppo Azimut è di soli 2,4 miliardi di euro, nonostante siamo ai vertici del settore per utile netto e crescita delle masse. Dobbiamo quindi constatare un’evidente sottovalutazione sia del business domestico che di quanto creato all’estero in questi anni». Nonostante la turbolenza che ha colpito i mercati finanziari negli ultimi mesi, ha rivendicato il manager, la performance media ponderata netta al cliente da inizio
anno è ad oggi superiore al 5,5 per cento. Anche prendendo un orizzonte temporale più lungo, a 3 anni per esempio, la performance netta al cliente rimane superiore a quella dell’industria di quasi l’1% all’anno».