A Piazza Affari brilla il titolo Danieli 
Danieli, gruppo attivo nella costruzione di impianti chiavi in mano per la produzione di metalli e nella produzione di acciai speciali, ha concluso l'esercizio 2021-2022 con un utile netto pari a circa 219 milioni.
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Danieli, gruppo attivo nella costruzione di impianti chiavi in mano per la produzione di metalli e nella produzione di acciai speciali, ha concluso l’esercizio 2021-2022 con un utile netto pari a circa 219 milioni. A trainare i risultati annuali è stato il settore Steel making che ha registrato ricavi significativamente superiori al budget di inizio anno e un ebitda quasi raddoppiato a 192,8 milioni, grazie soprattutto ai nuovi impianti di laminazione che ormai lavorano a pieno regime. In una nota, Danieli riconosce, però, che i solidi risultati potranno essere mantenuti nel prossimo esercizio solo a fronte di un intervento governativo per contenere i prezzi dell’energia schizzati alle stelle dallo scoppio della guerra in Ucraina.

Solidi risultati in entrambi i settori

Tra il primo luglio 2021 e il 30 giugno 2021, i ricavi operativi pari a 3,6 miliardi hanno battuto le stime degli analisti di Equita Sim a 3,4 miliardi. Anche l’ebitda ha superato le attese della Sim di 284 milioni attestandosi a 359 milioni, in miglioramento del 44% anno su anno. La posizione finanziaria netta è positiva per 1,206 miliardi e in aumento del 20% rispetto al dato al 30 giugno 2021. I principali players del mercato dei metalli continuano a preferire investimenti mirati per migliorare l’efficienza produttiva, spiega il gruppo in una nota. Per l’esercizio 2021-2022 Danieli può vantare un portafoglio ordini pari a 5,052 miliardi, in netto aumento rispetto ai 3,534 miliardi al 30 giugno 2021.

Entrando nel dettaglio del settore Plant making, i ricavi pari a 1,96 miliardi risultano allineati con le previsioni d’inizio anno, nonostante i costi aggiunti sofferti per l’avviamento degli impianti e la sospensione di alcuni progetti in Russia e in Ucraina che portano il risultato operativo a 93 milioni, sotto i 100,7 milioni dell’esercizio precedente. La contrazione non frena però l’utile netto del settore che raddoppia da 62,6 a 129,3 milioni. Ma il vero balzo è quello del risultato netto di Steel making, che passa dai 17,6 milioni al giugno 2021 agli 89,4 di quest’anno, incassando un aumento del 408%.

Pubblicata la guidance del prossimo esercizio

Forte dei solidi risultati annuali, Danieli ha fissato un obiettivo di fatturato per l’esercizio 2022-2023 tra i 3,5 e 3,7 miliardi, in linea con l’aspettativa di Equita a 3,6 miliardi. Ancora, la guidance sull’ebitda annuale è stata fissata in una forchetta tra i 320 e i 340 milioni, mentre quella del net cash tra 1,2 e 1,3 miliardi. Nel prossimo esercizio il gruppo punterà anche a rafforzare il portafoglio ordini portandolo a un valore tra 5,4 e 5,7 miliardi.

Titoli in rally a Piazza Affari

I conti pubblicati ieri, 27 settembre, a mercati chiusi spingono il titolo Danieli (+6% a 16,90 euro) anche nella versione risparmio (+3,9% a 11,6 euro). Sui due titoli Equita conferma il prezzo obiettivo, rispettivamente, a 32 e 22 euro e il rating a buy. Gli analisti si aspettano che i risultati 2022 e la guidance per il 2023 supportino un re-rating della risparmio, dopo la debole performance dell’azione nelle ultime 52 settimane (-28,8%). “La forte raccolta ordini di quest’anno conferma il crescente interesse per la tecnologia green di Danieli con una ricca pipeline di nuovi potenziali ordini in grado di dare visibilità sulle dinamiche di crescita (fatturato/margini) della divisione Plant making”, spiegano dalla Sim. Il gruppo è infatti “tra i principali beneficiari della decarbonizzazione del settore siderurgico, fattore non scontato alle attuali valutazioni”. Anche Banca Akros mantiene inalterato il target price a 22,5 euro e il rating accumulate su Danieli, in attesa della presentazione dei risultati che si terrà il 20 ottobre.

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