Aggiotaggio della controllata, a pagare è la capogruppo

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Scatta la condanna per responsabilità amministrativa dell’ente a carico della società capogruppo per l’aggiotaggio commesso da un manager della controllata. È quanto affermato dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 4324 del 29 gennaio di quest’anno. In particolare la quinta sezione penale ha confermato, ai soli fini civili in quanto il reato si è prescritto, la responsabilità per aggiotaggio a carico di alcuni ex vertici di Unipol e del gruppo stesso ai sensi della 231. «Ai fini di detta responsabilità», secondo i supremi giudici, « è sufficiente che il soggetto autore del reato abbia agito per un interesse non esclusivamente proprio o di terzi, ma anche per un interesse riconducibile alla società della quale lo stesso è esponente». Insomma, al contrario di quanto sostenuto dal Gruppo, «siffatto titolo di responsabilità è individuabile anche all’interno di un gruppo di società; potendo la società capogruppo rispondere per il reato commesso nell’ambito dell’attività di una società controllata laddove il soggetto agente abbia perseguito anche un interesse riconducibile alla prima».

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