Unipol: l’ultimo tassello per assicurare la fusione

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A giudicare dai commenti recenti, l’integrazione tra Unipol e Fonsai, più che una fusione, sembra un rebus: «slitta?», «salta?». La nascita del secondo gruppo assicurativo italiano, e quarto in Europa, si sta rivelando una gimcana tra ostacoli contabili e giudiziari. È stato lo stesso amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, ad annunciare pochi giorni fa che il matrimonio tra Unipol, Fonsai, Premafin e Milano Assicurazioni non si farà più entro l’estate, ma entro fine anno. Eppure manca solo un tassello: il via libera dell’Ivass alla congruità di concambi e cifre.
Cautele e attacchi
L’autorità di vigilanza ha chiesto un’integrazione alle carte che Unipol fornirà la prossima settimana, dopo di che il contatore dell’istruttoria dovrebbe ripartire per concludersi entro luglio. C’è cautela, visti i fascicoli aperti nelle procure di Milano e Torino e le tensioni dei piccoli azionisti. Ma «aspettare un anno per la fusione mi pare fuori dal tempo, anacronistico rispetto alla velocità dei mercati», ha commentato Cimbri. Il super-matrimonio assicurativo si farà?
A Bologna non hanno dubbi, nonostante alcuni attacchi. L’ultimo è di Giulia Ligresti: ha dichiarato che Mediobanca e UniCredit sarebbero state a conoscenza di «criticità di Unipol mai sanate» e questo avrebbe portato «a uno sproporzionato e non giustificato aumento di capitale, funzionale a un’operazione d’integrazione che è destinata a naufragare». L’ex presidente di Premafin è stata chiamata a render conto alla Consob delle sue parole. All’origine, stando alle ricostruzioni, ci sarebbe una scorretta contabilizzazione dei derivati nel bilancio di Unipol. Se fosse così, dicono i critici, Unipol dovrebbe rivedere i concambi, o procedere a un nuovo aumento di capitale oltre quello di 1,1 miliardi già deliberato. Se le coop dicessero no l’affare salterebbe.
Ma è anche vero che le accuse di Giulia Ligresti hanno preceduto di un giorno i 14 avvisi di garanzia dalla procura di Torino anche ai Ligresti per l’ipotesi di falso in bilancio, manipolazione del mercato e falso in prospetto per il buco di 600 milioni nelle riserve sinistri di Fonsai.
Il nodo derivati
Inoltre il tema dei derivati è già stato affrontato e risolto da Unipol, che su richiesta di Consob ha riscritto il bilancio 2012 e 2011 contabilizzando i titoli strutturati a valore di mercato. La revisione ha portato un effetto minuscolo, pari allo 0,017% sul patrimonio 2011, e ha migliorato il conto economico 2012 di 28 milioni. Ma la Consob si è riservata ulteriori valutazioni. «Tutte le informazioni richieste — spiega Unipol in una nota — lasciano impregiudicata ogni ulteriore valutazione o richiesta informativa che potrà essere effettuata dalla Consob ad esito degli accertamenti ancora in corso sul portafoglio dei titoli strutturati».
Contro la fusione e i rapporti di prezzo sono schierati anche gli azionisti di risparmio della Milano Assicurazioni, che minacciano di votare contro se non vengono risarciti. «I concambi sono quelli approvati dai consigli e restano in variati», ha chiuso la questione Cimbri. Tra l’altro proprio la Milano sta per perdere 1,7 miliardi di premi a causa delle cessioni imposte dall’Antitrust. Sono interessati ad acquistare gli asset in vendita gruppi stranieri (Allianz, Zurich, Aviva, Axa), oltre alla italiana Cattolica, cui Unipol sta inviando la nota informativa.
A Bologna sono consapevoli delle difficoltà del cammino, ma non intendono tornare in dietro. «Le minacce di azioni legali non ci interessano, le respingiamo», ha detto il presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini. E Cimbri ha ribattuto ai contestatori in assemblea: «Per Unipol, Fondiaria era un’opportunità per costruirsi il futuro . Il mercato delle assicurazioni è cambiato, dobbiamo combattere con Generali e Allianz. A chi voglia cercare spazi non viene steso un tappeto rosso, figuriamoci all’Unipol». A conferma della volontà di procedere, comunque, le coop hanno appena varato un mini-aumento di capitale di Finsoe da 23 milioni: ha lo scopo di stornare il dividendo che la finanziaria riceverà da Unipol a copertura dei debiti. È una mossa facoltativa, come la precedente ricapitalizzazione da 300 milioni. Che vedrà probabilmente rafforzate le grandi azioniste sostenitrici del salto dimensionale di Unipol: Coop Adriatica, Coop Nordest, Coop Estense, Nova coop e Cooperare.

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