Nella città di San Francesco si è da poco conclusa la scuola di formazione “Percorsi Assisi”, che ribadisce la centralità dell’uomo nella ricerca di un modello economico sostenibile e inclusivo, prendendo spunto dagli insegnamenti francescani – a partire dai monti di pietà e dalla partita doppia di Luca Pacioli. Grazie alla collaborazione di quattro tra le principali università italiane (la LUISS di Roma, il Politecnico di Milano, la Federico II di Napoli e l’Alma Mater di Bologna), per una settimana cinquanta studenti e dottorandi hanno incontrato professori, filosofi, teologi e imprenditori nel corso di seminari tecnici ed etici. Un’esperienza arricchita dalla partecipazione di grandi nomi dell’economia quali Stefano Zamagni, Carlo Cottarelli e il Premio Nobel per la pace Muhammad Yunus.
Assisi ospiterà ancora il dialogo sulla crisi dell’attuale sistema economico di riferimento a marzo con “The Economy of Francesco”, quando il Papa incontrerà i giovani economisti del mondo, ma anche tra pochi giorni con il via la quinta edizione del Cortile di Francesco, dal titolo “In-Contro. Comunità, popoli, nazioni”. Organizzato dal Sacro Convento di Assisi, il Pontificio Consiglio della cultura e l’Associazione “Oicos riflessioni”, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Umbra e la Regione Umbria, in programma dal 18 al 22 settembre, l’evento vedrà personalità della società civile, del mondo della religione, dell’arte e del giornalismo, a confronto sui temi dell’economia, della comunicazione, dell’ambiente e del dialogo tra culture e mondi differenti. Saranno più di 70 i relatori e 42 gli incontri in programma, raggruppati in quattro sezioni: Comunità stanziali e comunità in transito; Conoscenza e formazione; Economia Globale; Habitat. Tra i relatori spiccano il Cardinale Gianfranco Ravasi, il fotografo Sebastiao Salgado, gli economisti Jeffrey Sachs, Jean Paul Fitoussi e Alan Friedman, i giornalisti Federico Rampini e Marco Damilano.
“Il compito del Cortile di Francesco è quello di superare nella parola in-contro quel trattino, senza però ignorarlo. È l’autentico dialogo – ha dichiarato il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Card. Gianfranco Ravasi – che spinge le comunità, i popoli, le nazioni, a muoversi in un confronto reciproco: è il momento dell’in. Esso, però, non ha come meta l’omologazione indifferenziata e superficiale o una mera convivenza. Fondamentale è anche quel contro che rimanda al riconoscimento delle diversità, una conoscenza fatta di rispetto.”
In un momento di così intenso fervore culturale e spirituale per la cittadina umbra, abbiamo intervistato Padre Enzo Fortunato, il direttore dell’attivissima Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi.
Padre Fortunato, lei è stato uno dei principali promotori della scuola Percorsi Assisi, con l’intuizione di una rete interuniversitaria di eccellenza. A pochi giorni dalla conclusione della prima edizione, qual è il bilancio che ne fa?
Il bilancio è estremamente positivo. Si è trattato di una grande scommessa che si è rivelata un’occasione speciale per una didattica partecipativa. La sorpresa più interessante, senza dubbio, è stata la risposta dei ragazzi. Le adesioni che abbiamo ricevuto, infatti, sono andate oltre ogni aspettativa, tanto da costringerci a chiudere le iscrizioni.
Ci sarà una nuova edizione, magari con l’aggregazione di altri atenei? Su che temi verterà?
Riguardo al tema, il comitato scientifico – compartecipato dall’Istituto Teologico di Assisi e dalle università – si riunirà e cercherà di focalizzare la sintesi emersa alla luce delle intenzioni proposte da docenti e studiosi. Ma sicuramente ci sarà una seconda edizione, con la partecipazione di altre prestigiose università e che porrà l’attenzione sui quei talenti spesso emarginati e che meritano, invece, considerazione.
Con questa iniziativa, Assisi e i giovani hanno voluto prepararsi a “l’Economia di Francesco”, il grande evento mondiale, di portata storica, che a marzo vedrà riuniti migliaia di giovani economisti da ogni parte del pianeta per lanciare la nuova onda verde di un’economia sostenibile. Mentre le foreste bruciano ed è imminente il sinodo di Papa Bergoglio sull’Amazzonia, i top manager ridimensionano l’importanza della creazione di valore per gli azionisti in una concezione del business più umana e la stessa Unione Europea – con la nuova Commissione – promette di porre al centro del suo programma la transizione verso un’economia sostenibile, il Convegno non poteva intervenire in un momento più opportuno. Come ha visto i giovani? Sono pronti a prendere le redini del mondo?
Assolutamente sì. Ho visto dei giovani motivati, capaci di costruire e ricostruire, ma soprattutto desiderosi di sporcarsi le mani e metterci la faccia. Non hanno paura di passare per minoranza o di porsi in alternativa alle logiche che dominano la globalizzazione. Come Madre Teresa di Calcutta e Francesco d’Assisi, siamo convinti che ognuno può portare il suo contributo, come una goccia d’acqua per formare il mare delle nuove traiettorie e delle nuove possibilità.
Il tema dell’economia circolare ritornerà anche nel corso del Cortile di Francesco, la cui apertura sarà affidata all’economista Jeffrey Sachs, che si soffermerà sul ruolo della “avidità buona” nel cambiare il capitalismo spregiudicato, e la cui conclusione vedrà proiettate sulla facciata della Basilica Superiore di San Francesco le immagini del nuovo progetto fotografico di Sebastiao Salgado sull’Amazzonia.
Jeffrey Sachs e Sebastiao Salgado sono tra gli ospiti di punta di uno dei più importanti avvenimenti che quest’anno hanno preso luogo nella Basilica di San Francesco e nella città stessa di Assisi. Saranno cinque giorni dedicati a workshop, incontri e testimonianze delle eccellenze del nostro Paese, per dare un contributo determinante al un nuovo clima che nasce dal riconoscere l’altro nella sua unicità.
Nell’ambito dell’incontro dedicato al “linguaggio delle nuove generazioni” interverranno anche Simone, il giovane di Torre Maura che nella periferia romana ha fronteggiato i manifestanti di Casapound, e Alice Imbastari, la “Greta italiana”. Questo per ribadire l’importanza del coinvolgimento attivo delle nuove generazioni.
Assisi desidera essere quella zona franca che permette il dialogo tra persone che possono stare insieme pur nella diversità di pensieri, per ascoltare le ragioni dell’uno e dell’altro senza vivere accusando e accusandoci ma arricchendosi reciprocamente. Il vero incontro è sempre una ricchezza; lo scontro comporta sempre una perdita.