Le banche? Devono imparare da Amazon

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Sta facendo molto discutere il mondo bancario statunitense l’articolo pubblicato dal Washington Post che riporta e approfondisce una frase-provocazione di Thong Nguyen, capo del retail banking di Bank of America, che grosso modo ha detto: «Se le banche vogliono sperare di avere un futuro, devono imparare da Amazon». Gli scafati giganti della finanza di Wall Street prendere lezione da un sito che si è inventato l’efficace formula di vendere qualsiasi cosa in qualsiasi parte del mondo? Apriti cielo.

In realtà, il ragionamento del manager di Bank of America è importante e punta l’attenzione sulla capacità di saper ben analizzare e utilizzare le montagne di big data che ogni banca ha a disposizione relativi ai propri clienti. Ma che nella maggior parte dei casi non sa come mettere a frutto.

Cosa fa per esempio Amazon? Se acquisti un libro poliziesco di Simenon, la settimana successiva ti consiglia altri 5 titoli di polizieschi e noir in sconto. Oppure, se dal tracciato degli acquisti si evidenzia la passione di un utente per il fai-da-te, ecco magicamente spuntare nella newsletter dedicata e personalizzata tanti consigli utili che vanno dal giardinaggio all’intaglio del legno, consigli gratuiti, ma che vanno nella direzione di sposare la passione dell’utente, e stabilire una relazione.

«Le banche devono imparare che il cliente oggi è sempre più abituato a usufruire di servizi tailor-made, ritagliati in maniera sempre più specifica e mirata sulle sue esigenze», dice Nguyen; «le banche devono essere in grado di muoversi nella stessa direzione in tutti quelli che sono i loro servizi, dalla gestione patrimoniale alla proposta di mutui o di investimenti o di carte di credito con possibilità sempre più attente a quelle che sono le reali modalità di utilizzo del cliente. Il tutto, senza essere invasive, ma anzi usando la conoscenza dei dati per stabilire un rapporto sempre più stretto e fiduciario con il cliente, attingendo ai big data per migliorare le customer relations».

Temi importanti, che se approfonditi potrebbero aprire prospettive interessanti al sistema bancario. Unico neo, il fatto che ad aprire il dibattito sia stato proprio il Washington Post, da pochi mesi di proprietà indovinate di chi? Proprio di Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon. A pensar male si fa peccato, ma come diceva quel tale… spesso ci si azzecca.

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