Banche, più indipendenti nei cda

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Via alle nuove regole di vigilanza sul governo societario delle banche, che dovranno avere almeno un quarto di consiglieri indipendenti, limiti quantitativi alla numerosità dei consiglieri, e un comitato esecutivo cui non potrà partecipare il presidente, figura super partes. Lo ha stabilito la Banca d’Italia, che ha emanato le disposizioni di vigilanza attuando la direttiva europea Crd 4 tenendo conto delle indicazioni di Fmi e Autorità bancaria europea. Per quanto riguarda le banche popolari, Bankitalia raccomanda la rappresentanza negli organi aziendali delle diverse componenti della base sociale, nonchè la più ampia partecipazione dei soci alle assemblee. In particolare le banche Popolari dovranno prevedere nello Statuto «un numero di deleghe attribuibili a ciascun socio adeguato a facilitare il coinvolgimento dei soci nelle decisioni assembleari. Il numero non è, di norma, inferiore a 5». Se la banca popolare è quotata – si legge nelle nuove disposizioni di vigilanza – la presentazione delle liste è consentita anche ai soci che rappresentano percentuali di capitale sociale stabilite nello statuto e definite in modo coerente con la dimensione e l’articolazione degli assetti proprietari».

Intanto ieri è arrivato il via libera definitivo della Camera al decreto legge per l’avvalimento di soggetti terzi per la vigilanza della Banca d’Italia. Il provvedimento é stato approvato con 284 voti favorevoli, 129 contrari e tre astenuti. In base al la norma, Via Nazionale potrà avvalersi «anche della consulenza di soggetti terzi di elevata professionalità, selezionati con procedure di evidenza pubblica o dalla Banca Centrale Europea». Soggetti che, comunque, come deciso nel corso della prima lettura in Senato, non devono trovarsi in una situazione di conflitto di interessi, «pena il non conferimento della consulenza». L’impedimento preso in esame è quello che potrebbe sorgere sia «in considerazione della posizione personale o degli incarichi ricoperti al momento della nomina», sia «nel corso del mandato affidato». E in questo caso scatta l’immediata decadenza dall’incarico.«Con la conversione definitiva in legge del dl Bankitalia si avvia un processo di unificazione a livello europeo del sistema di controllo sulle attività delle banche che eviterà rischi per gli istituti di credito e tutelerà maggiormente i risparmiatori» ha commentato il deputato del Pd, Renzo Carella. Inoltre, ha spiegato «le polemiche sull’impossibilità di denunciare le irregolarità direttamente all’autorità giudiziaria sono demagogiche e arbitrarie perché le norme in vigore impongono agli ispettori di riferire al governatore, che poi valuterà se e come intervenire(le critiche, seppure con motivazioni diverse, erano arrivate durante la discussione da Lega, Sel,Fratelli d’Italia e M5s,ndr)». In effetti, la norma stabilisce che «i soggetti terzi hanno l’obbligo di riferire esclusivamente al Governatore della Banca d’Italia le irregolarità, anche se integranti ipotesi di reato di cui vengano a conoscenza nell’esercizio dell’attività di vigilanza». Accanto all’obbligo del segreto d’ufficio e dell’esclusività dei rapporti verso il governatore della Banca d’Italia, il decreto prevede anche che la Banca d’Italia e il ministero dell’Economia concordino le modalità per la condivisione delle informazioni relative alla “valutazione approfondita”, partita a marzo e che darà risultati pubblici in autunnno, che prevede controlli su 128 gruppi bancari in 18 Paesi dell’Eurozona. In Italia debbono essere passati al vaglio 25 istituti, 15 italiani e 10 controllati da gruppi esteri. La valutazione verrà condotta con metodologie uniformi, in tutte le fasi e in ciascun Paese.«Data la nostra tradizione ed esperienza avremmo, in linea teorica, potuto scegliere di non avvalerci di parti terze» aveva spiegato in un’audizione il capo della Vigilanza Bankitalia, Carmelo Barbagallo. Ma, aveva aggiunto «questa scelta si è rivelata non praticabile per due motivi. In primo luogo, l’impegno non ha precedenti per profondità ed estensione; se avessimo scelto di operare da soli, non saremmo riusciti a garantire il rispetto dei tempi previsti e degli standard richiesti; in secondo luogo, avremmo potuto indebolire, agli occhi del mercato e degli investitori, la percezione di imparzialità».

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