Banche, le semestrali “salvate” con i tagli al personale

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Un bagno di sangue sul fronte occupazionale. È l’immagine che si ricava dalla lettura di uno studio realizzato da Kpmg sulle semestrali di sedici banche italiane, che Affari & Finanza pubblica in esclusiva. Al 30 giugno scorso, infatti, gli sportelli aperti nel territorio italiano risultavano 28.313, vale a dire il 3,4% in meno rispetto a fine 2012. Nello stesso periodo i dipendenti sono calati di 10.400 unità (-2,7%), attestandosi a quota 373.635. Verosimilmente si tratta solo di un assaggio del trend al quale assisteremo negli anni a venire, considerato che la maggior parte degli istituti di credito italiani negli ultimi mesi ha approvato piani di ristrutturazione che passano per nuovi tagli ai costi. Secondo stime sindacali, da qui al 2020 usciranno dal mercato 19.800 bancari, che porteranno il conto dei prepensionamenti a quota 68mila in 20 anni. Dati che riflettono i piani fin qui approvati, con l’auspicio che i mesi a venire garantiscano una normalizzazione della situazione, cosa tutt’altro che scontata. Tornando allo studio di Kpmg, va segnalato che il calo dei costi ha interessato anche la componente amministrativa, con una contrazione nell’ordine del 3,4%. Per capire se tutti questi sforzi saranno utili a rimettere sui giusti binari i conti bisognerà attendere quanto meno i bilanci annuali, che offriranno un quadro aggiornato sul fronte dei crediti concessi alla clientela e del margine d’interesse. I dati relativi al primo semestre non sono stati certo entusiasmanti, con un calo rispettivamente
del 3 e del 14%. Mentre nel frattempo i crediti deteriorati netti sono aumentati di 10,3 miliardi di euro (+7,4%), attestandosi complessivamente a circa 150 miliardi. Tutte le tipologie di banche sono state investite da questi trend, con una maggiore sofferenza riscontrata tra gli istituti di medie dimensioni. Note liete arrivano, invece, dal fronte dei coefficienti patrimoniali, con il Tier 1 Ratio dei grandi istituti che si è attestato in media al 12%, in linea con le indicazioni provenienti dalle autorità internazionali, mentre le banche medie si sono attestate poco sotto, all’11,2%.

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