«Basilea 3? La stretta sarà rinviata di un anno»

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La stretta ai bilanci delle banche europee imposta da Basilea 3 è rimandata di un anno. Le nuove regole patrimoniali internazionali dovrebbero entrare in vigore tra «la fine del 2013 e gennaio 2014», ha detto il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, definendo comunque «condivisibili» gli obiettivi di Basilea 3, dato che «un sistema bancario più robusto è un vantaggio per l’economia e per le imprese».
L’esigenza di un rinvio, chiesto dall’Abi e dal suo equivalente comunitario (Ebf), nasce però dalla necessità di garantire parità di condizioni alle banche del Vecchio continente vista la dilazione già concessa dalla Federal Reserve alle concorrenti americane. Senza considerare il pericolo che le banche rispondano al diktat dell’Eba con una stretta creditizia che aggraverebbe la recessione.
«Credo che alla fine le valutazioni, anche dei mercati, sulle banche europee, si stiano modificando in un’ottica meno negativa», ha proseguito Saccomanni, specificando che è in corso un confronto «per confermare il trattamento di favore verso le pmi già previsto in Basilea 2».
In proposito, sono oltre mezzo milione le aziende che hanno difficoltà di rimborso dei prestiti. E Saccomanni, delineando il quadro della situazione del nostro Paese, ricorda che le imprese attive in Italia sono oltre cinque milioni e quelle con debiti bancari superiori ai 30mila euro sfiorano quota due milioni. Inoltre, ha aggiunto, «le imprese che hanno difficoltà di rimborso, quindi prestiti deteriorati, sono più di mezzo milione, con l’ammontare dei prestiti deteriorati che si attesta al 18,2% del totale». Il possibile rinvio di Basilea 3 per un anno «è un fattore positivo, ma restano problemi sul credito delle banche», ha notato Pierfrancesco Saviotti, ad del Banco Popolare, ricordando che «c’è una concorrenza spietata delle banche italiane sul mercato domestico della raccolta». Anche l’ad di Ubi, Victor Massiah, ha esortato al realismo, perché «negli scorsi anni gli impieghi crescevano molto più del pil».

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