Biasi: nessun veto per entrare nel Cda di UniCredit

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A sbilanciarsi è il sindaco di Verona, Flavio Tosi, che lancia con convinzione il nome del presidente della Fondazione Cariverona, Paolo Biasi, per il futuro consiglio di amministrazione di UniCredit. Il diretto interessato è decisamente più cauto e prima rivendica il diritto alla pensione, eventualità a cui però pochi credono davvero, e poi sembra concedere una prudentissima apertura, rinviando tuttavia l’argomento alla sovranità dell’assemblea. L’unica cosa sicura, al momento, è che il 2015 segnerà il termine del lungo mandato di Biasi alla guida dell’ente scaligero: la normativa rende impossibile ogni ulteriore conferma e apre le porte alla speculazione su quale sarà, per l’ingegnere veronese, la vita dopo la Fondazione.

«Posso andare anche in pensione – ha commentato Biasi – ne ho facoltà, forse anche diritto e forse anche voglia». Il numero uno della fondazione ha poi sottolineato che «tecnicamente non c’è nessun veto» al passaggio dal Cda dell’ente a quello della partecipata (al 3,459%) UniCredit, notando tuttavia che «l’opportunità è un’altra cosa». Un punto interrogativo da chiarire resta quello dei tempi, dato che il cda della fondazione scade in autunno, mentre il rinnovo del board UniCredit avverrà in primavera. Biasi comunque ha precisato di «non sapere» se entrerà nel board dell’istituto, anche perché «la nomina non è in capo al soggetto, ma è l’assemblea che decide».
Di certo Biasi può contare fin d’ora sull’appoggio di Tosi. Il sindaco ha commentato l’ipotesi dicendo che l’ingegnere ha «più che le carte in regola» per farlo, forte anche di «un’esperienza più che decennale nel settore». Tosi ha anche auspicato la conferma degli attuali vertici di UniCredit, l’a.d. Federico Ghizzoni e il presidente Giuseppe Vita, a cui i risultati «danno ragione» e che «danno fiducia sia per quello che hanno fatto che come persone». Proprio in vista dell’assemblea chiamata a rinnovare il cda della banca, Biasi ha poi ammesso che è «normale» che ci sia «un tavolo di concertazione con gli azionisti principali» a partire dai fondi esteri, negli ultimi anni entrati in forze nel capitale di UniCredit.
Quanto invece ai dossier sul tavolo della Fondazione, Biasi ha escluso mire su Mps, dopo gli approcci falliti lo scorso anno. «Ci era stato chiesto un intervento, ma non abbiamo ritenuto che ci fossero le condizioni – ha sottolineato – Oggi non abbiamo nessun segnale, nessun interessamento e quindi ci guardiamo bene da andare a sfrucugliare in casa d’altri».
Non è esclusa, invece, la partecipazione al salvataggio di Banca Marche, giustificata dall’esigenza di «diversificare il patrimonio». «Non so se Banca Marche sia un’opportunità – ha chiarito – perché non l’abbiamo ancora esaminata, però non scartiamo niente che abbia un ritorno certo, non probabile. Se ce lo chiedono, ce lo dimostrano e siamo convinti non è da escludere». L’occasione per l’incontro tra l’anima veronese di UniCredit e i vertici della banca è arrivata ieri dalla cerimonia di firma dell’accordo per il restauro dell’Arena di Verona, finanziato da UniCredit e dalla Fondazione. Ghizzoni, a margine dell’evento, com’era prevedibile non è intervenuto sul tema del rinnovo dei vertici dell’istituto, commentando invece i rumors che danno il presidente della Bce, Mario Draghi, tra i candidati alla presidenza della Repubblica. «Siamo contenti del ruolo che sta svolgendo la Bce – ha dichiarato -. Tutto il resto sono decisioni personali su cui non entro, ma la Bce oggi è la voce dell’Europa, la più ascoltata dai mercati e svolge un ruolo fondamentale. Per noi questo è quello che conta».

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