Bper: utile in netta crescita

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La Banca Popolare dell’Emilia Romagna ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con un utile netto di 75,8 milioni di euro, in forte aumento rispetto ai 23,2 milioni del 30 settembre 2013, sostenuto in particolare dalla crescita del margine d’intermediazione e dalla diminuzione delle rettifiche.
Più in dettaglio, a livello di conto economico, il margine d’intermediazione è risultato pari a 1.641,3 milioni di euro (+2,2% a/a) dopo un terzo trimestre da 509,5 milioni, in calo sia rispetto al trimestre precedente (566,7 milioni) che al 3Q 2013 (515,7 milioni). In questo ambito il margine d’interesse si è attestato a 978,5 milioni (+1,5% a/a), grazie principalmente alla riduzione del costo del funding, anche se il terzo trimestre è risultato in calo a 320 milioni (-2,6% trim/trim), mentre le commissioni nette hanno totalizzato 514,5 milioni (-1,0% a/a e -2,9% trim/trim), influenzate in negativo dal calo della componente relativa ai finanziamenti (-5,2%) e in positivo dall’incremento relativo alla raccolta indiretta e alle polizze assicurative (+13,4%); molto buono infine il risultato netto delle attività di negoziazione (esclusi i dividendi pari a 18,3 milioni), che ammonta a 130 milioni (+32,2% a/a), sulla scia dell’andamento favorevole dei mercati finanziari nonché degli utili realizzati su riserve positive relative a titoli governativi detenuti nel portafoglio Afs.

Le rettifiche nette su crediti e su altre attività totalizzano 590,6 milioni di euro (-5,2% a/a), riferibili principalmente a rettifiche nel comparto del credito (580,1 milioni), con un costo del credito che al 30 settembre 2014 risulta pari a 130 bps (173 bps annualizzato). Il livello delle coperture dei crediti deteriorati si attesta al 39,6%, sostanzialmente stabile rispetto a giugno (39,4%): in dettaglio, la copertura delle sofferenzerisulta pari al 56,4% (dal 56,5% di giugno), laddove l’incremento del livello di copertura delle sofferenze risulta rispettivamente di 141 bps e di 178 bps su dicembre e settembre 2013.
Il risultato netto della gestione finanziaria si attesta a 1.050,7 milioni di euro (+6,9% a/a).
costi operativi risultano invece pari a 917,5 milioni di euro (+4,4% a/a), principalmente per il calo della voce “altri oneri/proventi di gestione” (-20,5% a/a), con le spese per il personale a quota 577,9 milioni di euro (-2,3%a/a) e le altre spese amministrative a 391,5 milioni (+2,0% a/a). In ogni caso, al netto dei costi straordinari per incentivazione all’esodo e Fondo di solidarietà e della voce “Imposte e tasse”, i costi relativi alla gestione ordinaria risultano in leggera riduzione (-0,3% a/a). Infine il cost/income è al 55,9% (rispetto al 54,8% dei 9M 2013).

Impieghi in calo, raccolta indiretta ok

Quanto alle grandezze patrimoniali, la raccolta diretta da clientela è diminuita a 46,3 miliardi di euro (-1,2% da inizio anno ma +1,8% a/a), a causa principalmente del calo della componente obbligazionaria retail, mentre la raccolta indiretta da clientela si attesta a 28,0 miliardi (+5,3% da inizio anno), con la raccolta gestita in significativa crescita (+9,4% da fine 2013) mentre la raccolta amministrata registra nello stesso periodo un aumento del 2,2%; infine va segnalato il forte incremento del portafoglio premi assicurativi, non compreso nella raccolta indiretta (3,0 miliardi, +17,9% da inizio anno), pressoché totalmente riferibile al ramo vita.

crediti verso la clientela, al netto delle rettifiche di valore, ammontano a 44,6 miliardi di euro (-4,2% da inizio anno e -5,6% a/a), laddove la flessione è riconducibile soprattutto al comparto imprese, anche se si evidenzia una ripresa nel comparto dei mutui residenziali (+17% a/a per le nuove erogazioni).
L’ammontare dei crediti deteriorati netti è di 6,6 miliardi di euro, in crescita del 3,4% rispetto alla fine del 2013, con una componente di sofferenze di 2,7 miliardi (+9,2% da fine anno); tali importi risultano rispettivamente pari al 14,8% e al 6,1% del totale dei crediti netti verso clientela.
Infine, per quanto riguarda i ratios patrimoniali, al 30 settembre 2014 il common equity tier 1 ratio “phased-in” è pari all’11,09% (10,66% se calcolato “fully phased”), in crescita rispetto al 9,30% del 30 giugno 2014, mentre il tier 1 ratio “phased-in” risulta pari all’11,14 per cento.

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