I big data aprono la possibilità per le assicurazioni di reinventare la protezione
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La sfida rappresentata dalle nuove tecnologie e dai big data apre la possibilità per le assicurazioni di reinventare il mestiere della protezione e di esercitare un inedito ruolo di partner dell’ecosistema socio-economico. L’Italian AXA Forum 2016 – organizzato da AXA Italia e tenutosi a Roma – ha avuto al centro del dibattito il nuovo modello di assicurazione e la protezione ai tempi di industria e società 4.0, tracciando scenari sugli impatti dell’utilizzo dei big data sino e sulla gestione dei nuovi rischi che emergeranno con l’avanzare del progresso tecnologico.

Un’evoluzione necessaria, visto che secondo quanto emerge dalla ricerca* di AXA Italia (condotta da Episteme) dal titolo “Gli Italiani, il labirinto dei dati e il ruolo del settore assicurativo” , il 72% degli intervistati passa la sua giornata connesso ad internet e il 92% è consapevole del fatto che la rete li esponga ad essere tracciati e seguiti.

Negli anni della rivoluzione digitale, quindi, privacy e sicurezza dei dati sono i rischi più sentiti dalla maggioranza degli italiani. In misura minore dai nativi digitali delle generazioni dei Millennials e dalla IGen (conosciuta anche come Generazione Z e generalmente circoscritta tra i nati dalla seconda metà degli anni novanta o dagli inizi del 1995 fino al 2010), che concedono con più facilità informazioni personali ma si aspettano flessibilità e semplicità nell’utilizzo di servizi e prodotti.

Secondo AXA è questo il contesto in cui si dovranno muovere le compagnie assicurative, sviluppando capacità di analisi basata sui big data e costruendo algoritmi che prevedono dove, quando e come vuole essere protetto il cliente. I big data e la tecnologia daranno l’opportunità alle assicurazioni di costruire un’interazione più forte e migliorare il rapporto con i clienti, analizzando e comprendendo meglio i loro rischi e diventando motore di prevenzione e corretti stili di vita.

Adattandosi alla rivoluzione digitale, evidenzia la compagnia, il mondo assicurativo è quindi evoluto, negli ultimi anni, da un modello 1.0 più tradizionale – in cui servizi online erano destinati unicamente all’informazione e in alcuni casi alla vendita – ad uno 2.0 in cui la digitalizzazione è integrata nel business.

Ora le compagnie iniziano a sperimentare l’utilizzo dei big data per capire quali sono i reali bisogni dei clienti, interpretare l’evoluzione del rischio e trovare le coperture di protezione più adatte, andando verso un modello 3.0 che ridisegna la catena assicurativa del valore, vede svilupparsi l’insurtech, gli oggetti connessi (connected insurance) nonchè l’ingresso di operatori di nuova generazione.

Dalla ricerca emerge che oltre il 70% degli italiani si fida di più di un’offerta o di un servizio se accompagnati da una polizza aggiuntiva e il 68% degli italiani si dichiara disponibile ad una polizza integrata da dispositivi tecnologici.

La tecnologia associata all’assicurazione dà maggiore sicurezza: il 75% degli intervistati, ad esempio, si dichiara più sicuro se possiede un dispositivo medico in grado di contattare persone di fiducia, medici e operatori in caso di necessità, mentre il 74% si sente più tranquillo con una scatola nera in auto.

L’InsurTech è un settore in grande crescita, che ha visto quasi due miliardi di dollari investiti nei primi nove mesi del 2016. E già nel 2015 gli investimenti erano più che triplicati a livello mondiale, passando a 2,6 miliardi dagli 0,8 miliardi registrati nel 2014 (Fonte: Venture Scanner – Osservatorio Connected Insurance).

L’Osservatorio Connected Insurance – promosso da ANIA e Bain – ha fotografato come l’Italia giochi un ruolo da protagonista nella connected insurance, con il 50% del mercato delle scatole nere e degli apparecchi connessi negli autoveicoli a livello mondiale, candidandosi a essere il laboratorio per l’estensione ad altri rami, dalla casa alla salute, grazie alla collaborazione tra assicuratori e mondi lontani, come le startup InsurTech.

In un futuro prossimo, secondo AXA, emergerà sempre di più il bisogno legato ai nuovi rischi delle “tracce digitali” che quotidianamente individui e imprese lasciano nel mondo virtuale: dalla privacy ai rischi del cloud computing o del cybercrime. Si stanno aprendo riflessioni su come fronteggiare i rischi derivanti dalle automobili a guida autonoma, dei robot domestici che avremo a casa e dei droni in volo.

Questa evoluzione passa anche dalla capacità di proteggere l’economia reale del futuro e le sue nuove forme di produzione e lavoro. Dall’economia agricola a quella industriale, dalla produzione di massa e l’elettricità fino all’automazione: le assicurazioni hanno supportato tutte le precedenti rivoluzioni industriali azione e avranno un ruolo fondamentale nel sostenere lo sviluppo dell’“Industria 4.0”.

Nella nuova assicurazione 4.0, spiega ancora AXA, il fattore umano rimane però la componente imprescindibile, con un’offerta che sarà Phygital – insieme fisica e digitale – ovvero in grado di unire al valore della relazione umana la personalizzazione del rischio.

Il continuo progresso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione impongono quindi al settore assicurativo un ulteriore scatto in avanti. Circa l’80% degli italiani chiede più prevenzione e più consulenza da parte degli assicuratori.

Grazie ad un corretto utilizzo dei dati e alla tecnologia si delinea il nuovo ruolo delle compagnie del settore, chiamate sempre più ad essere partner dei propri clienti. Secondo un’analisi di McKinsey, nei prossimi dieci anni la smart home potrebbe contribuire a una diminuzione degli incidenti domestici del 43% ed entro il 2040 – secondo KPMG – grazie alle auto intelligenti ci potrebbe essere l’80% di riduzione di quelli automobilistici.

Per AXA si passerà da un ruolo tradizionale di prevenzione, in cui si informano semplicemente le persone sui rischi che corrono, ad un vero e proprio modello di “life style coach” che indirizza abitudini e comportamenti verso stili di vita più sani e consapevoli. Un modello che non si limita alla sola gestione del rischio, ma ha l’obiettivo di ridurlo a monte.

“I big data e la tecnologia stanno reinventando il mestiere della protezione – ha commentato Antimo Perretta, AD di AXA Italia – e le assicurazioni si trovano ora di fronte alla nuova sfida di diventare partner dell’ecosistema sociale, offrendo servizi ad alto valore aggiunto alla nostra clientela, resi possibili dall’evoluzione tecnologica. Di fatto sono gli smart data – continua Perretta – ad essere fondamentali per delineare un’offerta assicurativa che risponda alle esigenze evolute dei clienti, premiando i comportamenti virtuosi e aiutando persone e imprese a ridurre i rischi ancor prima che questi si presentino”.

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