Bond rischiosi: ancora troppi in Italia per Ignazio Angeloni

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Si sono ridotti ma risultano ancora consistenti i bond rischiosi emessi da alcune banche europee (Italia inclusa) che si trovano in mano a semplici risparmiatori, clienti retail, famiglie.

Lo ha annunciato al Senato Ignazio Angeloni, membro del consiglio di Vigilanza dell’Eurotower.

L’economista ed alto funzionario Bce ritiene importante che le banche si attivino al fine di “verificare le reali consistenze (di questi prodotti finanziari a rischio) e favorirne la ricollocazione presso investitori professionali” laddove sia possibile.

Quei titoli a rischio devono passare ad investitori professionali, in particolar modo quelli sul debito subordinato che può essere rimborsato solo dallo Stato.

 

Bond rischiosi: regime preferenziale che rafforzi il bail-in

Oltre a suggerire la verifica da parte delle autorità sull’effettiva consistenza di bond rischiosi in Italia, Angeloni ha affrontato la questione della regolamentazione sulla risoluzione delle banche nonché le proposte da parte della Commissione europea per riesaminare la direttiva bancaria Brrd.

Secondo l’economista sarebbe necessario “introdurre un regime preferenziale generalizzato”, esteso a tutti i depositanti (azionisti, obbligazionisti, ecc.) coinvolti nel salvataggio delle perdite provenienti da banche in via di fallimento. In tal modo, si rafforzerebbe l’efficacia del bail-in consentendo di applicare altri strumenti di debito, ancor prima dei depositi.

Esorta, quindi, a rivedere le regole del bail-in per dare ai depositi sopra i 100.000 euro una protezione maggiore.

 

Bond subordinati: 24 miliardi annullati nel bail-in e burden sharing

I dati di Bankitalia riportano un totale di circa 24 miliardi di crediti deteriorati (riferiti, in particolar modo, ai bond subordinati annullati nel bail-in e nel burden sharing) ancora in mano a semplici risparmiatori (che hanno acquistato senza valutarne i rischi) su complessivi 152 miliardi di bond a fine 2016.

La stessa Financial Stability Review della Banca Centrale Europea rileva una quota consistente di bond rischiosi soggetti a bail-in ed associati a famiglie e semplici risparmiatori.

 

Bond rischiosi: una stima di 70-80 miliardi di Npl da IlSole24Ore

Dal quotidiano economico Il Sole24Ore si apprende che le vicende legate alle banche venete ed Mps potrebbero far salire i conti fuori bilancio delle principali banche italiane a 70-80 miliardi di Npl (crediti deteriorati) su complessivi 320 miliardi di bond.

I 70-80 miliardi di euro stimati comprendono i crediti deteriorati del progetto Fino – Unicredit (18 miliardi), gli Npl di Monte dei Paschi di Siena (26 miliardi), la sistemazione delle banche popolari (18 miliardi), ma anche Banca Etruria, Marche, Carife e Carichieti (10 miliardi), CariCesena, Rimini e San Miniato (2,5 miliardi), Carige (950 milioni di Npl ceduti + 2,4 miliardi di Npl da dismettere) ed altri minori.

Non resta che attendere la risposta della Bce sui piani d’azione Npl trasmessi dalle banche negli ultimi mesi ed in fase di approvazione.

 

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