ll consiglio di amministrazione delle Generali, come anticipato da Il Sole 24 Ore, ieri ha cooptato tra i membri del board Flavio Cattaneo. L’ex manager Terna è entrato a far parte del consiglio di amministrazione a seguito delle dimissioni messe sul tavolo circa due mesi fa da Paolo Scaroni. Con l’innesto di Cattaneo di fatto viene ripristinato il numero minimo di componenti del board Generali. Lo statuto della compagnia, all’articolo 28 comma 1, è infatti piuttosto chiaro: i membri del cda devono essere almeno 11. E con le dimissioni di Paolo Scaroni il consiglio era sceso a 10 consiglieri. Ragione per cui si era reso indispensabile cooptare in tempi stretti un nuovo rappresentante dei soci per fare in modo che il board potesse operare in assoluta funzionalità. Di qui l’ingresso di Cattaneo, 51 anni, già consigliere di amministrazione di Telecom Italia, Cementir Holding e Ntv. Nel corso della sua carriera Cattaneo è stato amministratore delegato di Terna, dove ha seguito lo sviluppo in Est Europa e Sud America e per quattro anni ha coperto l’incarico di presidente e amministratore delegato di Fiera Milano, di cui ha curato la quotazione e l’espansione in una trentina di paesi. Il consiglio ha, inoltre, integrato la composizione del comitato per la remunerazione con l’ingresso di Jean Renè Fourtou, nominando Ornella Barra quale nuovo presidente. Del comitato fa inoltre parte Lorenzo Pellicioli. Infine, in materia di nomine, Giuseppe Catalano è stato indicato come segretario del cda.
Ieri, intanto, Enrico Marchi, presidente di Finint, interpellato sul futuro della quota che la finanziaria detiene indirettamente nelle Generali, un 1% tramite la partecipata Ferak, che a sua volta detiene un altro 1,1% attraverso Effeti, ha precisato che la holding sta lavorando con gli altri soci per definire la separazione dalla Fondazione Crt. Effeti, come è noto, è infatti il veicolo costituito diverso tempo fa dalla Fondazione e dai soci veneti (Palladio Finanziaria compresa) per custodire complessivamente un 2,15% della compagnia. Quella mission è tramontata e ora vanno chiariti i termini del divorzio perché ciascuno «possa gestire direttamente le azioni» del Leone.
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