Centrale del Latte di Roma in cerca di soci dopo l’uscita del gruppo Lactalis
La disdetta di tutta la produzione porterà a una contrazione dei volumi prodotti nella Centrale del Latte romana del 40%.
latte formaggio pecorino

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La disdetta di tutta la produzione porterà a una contrazione dei volumi prodotti nella Centrale del Latte romana del 40%.
A partita chiusa con Parmalat, si procederà alla riassegnazione delle quote tramite bando: al momento – stando a fonti interne – sono pervenute dichiarazioni di interesse da parte di Finlatte e di Latte Sano.

La querelle sulla Centrale del Latte di Roma va avanti da anni: ceduta nel 1998 alla Cirio di Sergio Cragnotti che a sua volta (a solo un anno dall’acquisto) si trovò costretto a cedere il gruppo alla Parmalat di Calisto Tanzi, fu oggetto nel 2012 di una sentenza del Consiglio di Stato, che dichiarò nulla la vendita avvenuta quattordici anni prima e che proclamò come unico proprietario legittimo il Comune.
Ma il Campidoglio non ha mai fatto valere il diritto di proprietà, in attesa della sentenza definitiva sulla titolarità delle quote. In assenza di contestazioni è rimasta quindi a Parmalat, che ha sempre fatto valere il suo 75 per cento.
Tra udienze e pronunce giurisdizionali, si è arrivati a oggi. La manifestazione proclamata dai sindacati per la giornata del 22 novembre a Roma è rientrata dopo le rassicurazioni fornite dal capo di gabinetto del sindaco Gualtieri. Il Comune ha ribadito ai sindacati che l’uscita di Parmalat sarà graduale e di aver diffidato l’azienda dall’intraprendere azioni dannose.
Si è fatto garante sulla tenuta occupazionale e, all’interno del Consiglio di amministrazione, sulle dinamiche produttive e commerciali. L’interlocuzione dunque è ripresa, nonostante ci sia un altro ricorso pendente presentato dalla controllata di Lactalis dopo l’ultima sentenza di Cassazione. Un tavolo di confronto permanente permetterà di monitorare la situazione.

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