Cessione del credito: l’ amministrazione finanziaria potenzia i controlli
Le principali frodi accertate dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza hanno riguardato queste il bonus facciate.
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Le principali frodi accertate dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza hanno riguardato queste il bonus facciate.

Il Decreto antifrode potenzia i controlli dell’Agenzia delle Entrate inserendo l’art. 122-bis all’interno del decreto Rilancio. Un articolo che rafforza i controlli preventivi, prevedendo che il Fisco possa intervenire entro 5 giorni per sospendere le cessioni che presentano alcuni particolari profili di rischio.

Cessione del credito: il secondo momento chiave

Benché già con il D.L. n. 157/2021 fossero state risolte le principali cause delle frodi e potenziati i controlli del Fisco, comincia a passare il messaggio (sbagliato e che continua a circolare ai nostri giorni) che il problema non fosse la detrazione ma il meccanismo di cessione. Piuttosto che agire sulla verifica e sul controllo del credito, il Governo interviene il 27 gennaio 2022 con il Decreto Legge n. 4/2022(Decreto Sostegni-ter) che dall’oggi al domani stravolge lo strumento fiscale che più di tutti era riuscito a fare raggiungere l’obiettivo del Decreto Rilancio: la cessione del credito.

Da questo momento terminano le possibilità di circolazione infinita del credito(la moneta fiscale) e le cessioni vengono limitate prima a 1 e progressivamente a 2, 3, 4 e le 5 dei nostri giorni.

I problemi rimasti

Nonostante l’aumento del numero di cessioni, restano almeno tre problematiche:

  • la scarsa fiducia del mercato, bombardata da interviste e articoli di stampa che parlano delle frodi nel superbonus (fatto che è stato ampiamente smentito dai dati che parlano di frodi per appena lo 0,5% degli investimenti complessivi in questa misura);
  • la parte di crediti ante 12 novembre 2021, molti dei quali nelle pance di istituti bancari e altri soggetti (Poste Italiane su tutti) che fino a quel momento li avevano acquistati senza preoccuparsi di una attenta verifica preventiva;
  • il sequestro preventivo dei crediti fiscali (art. 321 del c.p.p.) che coinvolgerebbe anche il cessionario senza responsabilità.

La soluzione del Governo

Dopo quasi due anni di interventi normativi che hanno provato a riaprire l’acquisto dei crediti edilizi, potrebbe arrivare all’interno della legge di conversione del Decreto Legge n. 104/2023 (Decreto Asset) la soluzione definitiva.

Una soluzione anticipata dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che nel corso di un Question Time alla Camera ha affermato “Sono lo studio dell’esecutivo strumenti attraverso i quali consentire la verifica della bontà di quelli ancora in possesso dei cittadini e imprese e sorti nel periodo antecedente l’introduzione dei vincoli di appropriatezza tale circostanza dovrebbe contribuire a rimuovere gli ostacoli frapposti alla loro cessione“.

Potrebbero arrivare, dunque, dei controlli sul credito che ne accerterebbero laveridicità. Una sorta di “bollino” da parte del Fisco che renderebbe il credito più appetibile perché esente dalle problematiche relative al sequestro preventivo o dalla necessità di dover controllare adeguatamente tutta la documentazione.

Una soluzione che allungherebbe necessariamente i tempi di cessione ma che probabilmente rappresenta l’unico vero strumento per consentire la riapertura della circolazione dei crediti edilizi e, chissà, ritornare sul progetto di moneta fiscale, frettolosamente abbandonato nonostante gli effetti positivi sul Pil (ma io resto un inguaribile ottimista).

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