CESSIONE DEL V: UN SEMESTRE DI LEGGERA CRESCITA CHE CONSOLIDA ALCUNI TRENDS

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Un mercato che apparentemente ha gli stessi trend di sviluppo dello scorso anno, ma che in realtà è molto diverso.
In generale si può affermare che il mercato sia andato bene, nonostante la grande incertezza normativa che riguarda soprattutto le società finanziarie ex 106, che spesso non ha permesso agli operatori di fare piani di sviluppo nel 2014. Per tutto il semestre si sono attese infatti le indicazioni, sul futuro delle società finanziarie da Bankitalia, che sono arrivate solo nel mese di Luglio.

Nei primi sei mesi 2014, il nostro panel ha raggiunto Euro 2,4 mld praticamente in linea con lo stesso periodo 2013.

Se però, non avessero frenato per motivi interni, alcuni importanti operatori storici il mercato avrebbe registrato a livello medio un incremento.

Se si analizza bene il business cessione del V emerge, ad esempio che:

  • il “boom” dei prestiti ai pensionati in realtà è perché spesso costoro si indebitano per aiutare i figli e i inipoti
  • è migliorata l’efficienza della distribuzione, anche se l’attenzione sulla qualità è ancora alta
  • i conti economici delle aziende sembrano essere più performanti
  • sono aumentate le operazioni di cartolarizzazione
  • nuovi processi operativi si sono affermati e sempre più il prestito cessione del V viene utilizzato per operazioni di cross-selling
  • molte 106 vogliono tornare ad erogare e per le 106 che solo intermediano pare sia un momento di “sopravvivenza” in attesa di strategie future più “solide”
  • diversi agenti si sono cancellati dall’OAM in questi mesi e cambiano mestiere

Esistono ancora tanti aspetti del business da migliorare, fra cui la pesante burocrazia.

In generale i numeri del mercato sono positivi, alcuni operatori hanno registrato incrementi anche molto importanti (60-80%), soprattutto con le reti agenziali e con le reti di mediatori creditizi.
Rallentamenti dell’erogato invece nell’ambito degli sportelli bancari.

Inoltre rimane il problema “assicurazioni” e proprio in questi sei mesi dell’anno alcune compagnie sono uscite dal settore e le assicurazioni rimaste sono costrette a lavorare con prudenza, spesso penalizzando la distribuzione.

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