Chiusura all’insegna delle vendite per Borsa Milano
borsa italiana

Ancora nessun commento

A Piazza Affari il Ftse Mib cede -0,95% a 21.838 punti. Male anche il resto d’Europa, che si lascia così alle spalle la terza seduta in calo questa settimana, dopo gli acquisti che avevano portato l’indice di riferimento Stoxx 600 Europe a salire al massimo in un mese, lo scorso venerdì.

Pesa l’andamento negativo di Wall Street, dopo le trimestrali deludenti di JP Morgan e Intel giunte nella notte dagli Usa. Scambi a 2,5 miliardi di euro. L’indice europeo FTSEurofirst 300 perde lo 0,67%.

Francoforte, Parigi e Londra hanno perso attorno al punto percentuale. Le vendite hanno colpito soprattutto i marchi della moda che risentono dei timori sull’economia di Pechino.

“Ci può essere stata una ripresa la scorsa settimana, ma gli investitori sono ancora cauti – ha commentato Markus Wallner, strategist sull’azionario presso Commerzbank, a Francoforte, intervistato da Bloomberg – Il problema è cercare di capire quanto il rallentamento della domanda della Cina danneggerà l’economia globale. Le stime sugli utili continuano a essere riviste al ribasso. Un qualsiasi rally verso la fine dell’anno arriverebbe, nel caso in cui il governo cinese decidesse di fare di più per stimolare l’economia”.

Sullo sfondo, oltre alla Cina, c’è sempre la preoccupazione Fed; i trader ora scommettono sull’adozione della prima manovra di politica monetaria restrittiva da parte della Federal Reserve per il mese di marzo; tuttavia, lo stesso vicepresidente della Fed Stanley Fischer ha detto lo scorso week end che esiste ancora la possibilità che i tassi vengano alzati entro la fine dell’anno.

Moncler è tra le peggiori del listino, dopo il calo di ieri. Sul mercato indiscrezioni di attese per un trimestre debole, che verrebbe però recuperato nel quarto.

Yoox Net A Porter in netto calo, corregge il rialzo di ieri.

Fiat Chrysler in linea con l’indice in attesa del debutto di Ferrari in borsa, previsto a fine mese. La forchetta di prezzo dell’Ipo indica una valutazione in linea con le indicazioni date dall’AD Sergio Marchionne.

Bancari in ordine sparso, ma prevalentemente nel terreno negativo con Unicredit in calo di oltre l’1% e Intesa San Paolo in leggero ribasso.

Su Telecom Italia proseguono anche oggi le vendite in assenza di novità. Non ci sono indicazioni sulla possibile cessione di Inwit, che il mercato attende però in tempi piuttosto rapidi. La conversione delle risparmio è al palo. E l’ipotesi Metroweb non scalda il mercato, a meno di indicazioni su tempi e modalità dell’operazione. Lo spread con le risp che è arrivato a sfiorare il 19% nei giorni scorsi è tornato sul 16% circa delle ultime settimane.

È avversione al rischio in tutti i mercati. La Borsa di Tokyo cede -1,89%. Tiene meglio Shanghai, che chiude comunque in flessione dello 0,92%. A influenzare i listini ancora i timori per il rallentamento dell’economia cinese.

Gli ultimi dati sull’inflazione della Cina hanno mandato un segnale di allarme sullo stato di salute della seconda economia al mondo. Il 43esimo calo mensile dei prezzi alla produzione e il rallentamento del tasso di crescita dei prezzi al consumo rispecchiano la continua debolezza della domanda interna, mettendo pressione su Pechino perché intervenga con l’ennesimo piano di rilancio dell’economia.

Chiusura in frazionale progresso per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano e il pari scadenza tedesco si e’ attestato al termine delle contrattazioni a 109 punti base dai 108 punti della chiusura di ieri. In calo il rendimento, all’1,63%, rispetto all’1,66% della vigilia Lo spread tra i decennali spagnoli e quelli tedeschi chiude a 126 p.b., con il rendimento dei Bonos che scende all’1,81% dall’1,82% di ieri.

Sul valutario, euro si rafforza ancora e passa di mano a 1,1438 dollari (1,1379 ieri sera) e 136,41 yen a (136,33) mentre il biglietto verde scambia sulla divisa nipponica a 119,24 yen (119,78). Il petrolio Wti con consegna a dicembre cede lo 0,78% a 46,78 dollari.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio arretrano dopo aver resistito alle stime dell’Aie. Secondo l’agenzia per tutto il 2016 ci sarà probabilmente un eccesso di offerta.

futures cedono infatti -0,34% a $46,50 al barile; Brent -0,81% a $48,84 al barile. Contratto spot sull’oro scambiato sul Comex -0,15% a $1.167,09 l’oncia.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI