Compagnie aeree, il 19% dei ricavi dagli extra dei biglietti: Wizz Air al 56%
La ripresa dei viaggi fa decollare la vendita degli extra in volo.
Piaggio Aerospace

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La ripresa dei viaggi fa decollare la vendita degli extra in volo. Nel 2022 i passeggeri arriveranno a sborsare la cifra record di 115 miliardi di euro soltanto per gli optional, dall’imbarco prioritario al bagaglio in stiva, dalla scelta del posto alla connessione Wi-Fi in alta quota, dal cibo a qualche centimetro in più per le gambe. In media quasi un quinto del prezzo del biglietto deriva dall’acquisto dei servizi cosiddetti «ancillari», ma per quanto riguarda le low cost il peso sale fino a circa il 60% di Wizz Air. È questa la stima che il Corriere ottiene incrociando le previsioni delle compagnie aeree, i dati preliminari delle piattaforme di prenotazione e le previsioni della Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree.

Negli ultimi anni

Il dato del 2022 batte così il primato storico del 2019, pre Covid, che era di circa 106 miliardi di euro, secondo un report di IdeaWorks e CarTrawler che da tempo studiano l’evoluzione e da poco hanno pubblicato l’analisi consolidata sul 2021 per ciascuna compagnia. Gli anni della pandemia — che hanno visto le restrizioni agli spostamenti e il crollo del traffico — hanno poco valore statistico sull’argomento perché il peso degli extra è balzato fino al 24% del biglietto nel 2020, un anno che ha visto però i viaggiatori scendere a 1,8 miliardi a fronte dei 4,5 miliardi del 2019.

Le previsioni

Quest’anno, mostrano i calcoli, a fronte di un esborso medio di 161 euro a passeggero — considerando i voli nazionali, internazionali e intercontinentali — la spesa destinata agli «ancillari» da parte dei circa 3,8 miliardi di passeggeri previsti dalla Iata è di oltre 30 euro a testa, più dei quasi 23 euro del 2019. E del resto che l’acquisto degli optional costi di più lo si vede anche dal fatto che per lo stesso servizio la somma richiesta dalle compagnie aeree è mediamente più alta rispetto a tre anni fa. «Si tratta di denaro che entra interamente nelle casse della compagnia perché servizi come l’imbarco prioritario non richiedono una spesa operativa da parte del vettore», spiega al Corriere un addetto ai lavori.

Le strategie

Negli anni le aviolinee si sono fatte ancora più creative per «estrarre valore», cioè per far spendere di più ai propri viaggiatori. C’è chi tartassa di e-mail i clienti/passeggeri: nel 2021 il gruppo Air France-Klm ne ha spedite 71 milioni. C’è chi si è comprato la catena di hotel per poi vendere sul sito della compagnia pure le camere (vedi alla voce Air Greenland). C’è chi – come Air Asia – s’è creato una super app dove non si comprano solo i voli, ma si prenotano il passaggio auto, il cibo o si accende un mutuo.

Le opzioni

Non solo. Nella lista sempre più lunga ci sono compagnie che, dietro ovviamente un esborso extra, portano il bagaglio direttamente a casa (è il caso di China Southern). C’è chi chiede soldi per lasciare vuoto il sedile di fianco (Eurowings) o per prendersi l’intera fila in Economy per dormire su alcuni voli intercontinentali (Lufthansa). C’è chi offre il cibo a bordo a metà prezzo nel pomeriggio (la low cost norvegese Flyr) e chi ha sfruttato il Covid per i «voli senza destinazione» — con partenza e arrivo nello stesso aeroporto — per 95 euro (la compagnia asiatica T’way Air). E chi, conscio della diversa disponibilità economica dei propri clienti, offre da un lato la scelta del posto (costo 30-40 euro a coppia), e dall’altro ha introdotto l’opzione «posti vicini»: è il caso di Wizz Air che nel 2021 faceva pagare 10-12 euro, ma quest’anno sono già saliti a 20 (per tratta).

Nel 2021

Il report di IdeaWorks e CarTralwer pubblicato da poco e relativo al 2021 calcola che le 75 compagnie aeree esaminate — su circa 630 in tutto il mondo adibite al trasporto passeggeri — hanno registrato 48,4 miliardi di dollari di ricavi ancillari. A livello assoluto dominano i tre colossi americani, aiutate dai vari programmi fedeltà ed emissione delle carte di credito co-brandizzate: American Airlines con 5,9 miliardi, Delta Air Lines con 5,8 miliardi e United con quasi 5,5 miliardi. Ma se si va a vedere in rapporto all’esborso medio dei clienti ecco che Wizz Air si colloca prima nel mondo (56%), la low cost americana Frontier è seconda (54,9%), terza la rivale Usa Spirit (54,3%).

Per passeggero

Studiando i dati sulla base della spesa media — e non considerando la low cost asiatica HK Express che nel 2021 ha avuto pochissimi passeggeri per il Covid — è la compagnia britannica Jet2.com che domina con 87,2 dollari di extra fatti pagare a passeggero, quindi l’australiana Qantas 85,9 dollari e Air Canada (70,6 dollari). L’andazzo non è destinato a fermarsi anche perché è un modo per «calmierare» la tariffa base e non far allontanare i passeggeri. «Assumo subito chi riesce a portarmi un nuovo modo per guadagnare un altro euro da ciascun passeggero», ha raccontato tempo fa al Corriere Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, la più grande low cost d’Europa (e seconda al mondo). Chi ha un’idea basta che citofoni a Dublino.

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