Condannato l’ex ad di Barclays
Barclays sceglie un ex BofA come nuovo chief operating officer

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L’ex a.d. di Barclays Bank ItaliaVittorio Maria De Stasio e l’imprenditore Aldo Bonaldi sono stati condannati oggi dal tribunale di Milano a 2 anni e 8 mesi di carcere con l’accusa di corruzione tra privati.

I giudici, presieduti da Bruna Rizzardi, hanno anche disposto il versamento di una provvisionale all’istituto di credito inglese pari a 2 milioni di euro e la confisca del profitto per 250 mila euro. Il tribunale ha in sostanza accolto la richiesta del pm Stefano Civardi. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Stefano Civardi, De Stasio avrebbe concesso prestiti all’imprenditore per oltre 15 milioni di euro e, in cambio avrebbe ricevuto, sui conti presso la Ubs di Lugano, circa 175 mila euro. L’accusa ritiene che De Stasio avrebbe favorito la posizione di quattro società di Bonaldi anche dopo aver saputo che l’imprenditore era coinvolto in procedimenti penali a Crotone per una truffa a 11 milioni di euro ai danni dell’Unione europea. De Stasio era stato denunciato dalla stessa Barklays.

Nel corso della requisitoria il pm Stefano Civardi si era concentrato molto sulla questione del cambio di capo di imputazione. Dall’iniziale ipotesi di infedelta’ patrimoniale a seguito di dazione, che sarebbe stata commessa da De Stasio in danno della banca da lui guidata per favorire l’imprenditore Bonaldi, conoscente di vecchia data del banchiere, si è passati a corruzione tra privati, in virtu’ della Legge Severino. Di fronte ad alcune contestazioni della difesa su questo punto, il pm, nel chiedere la condanna il pm Civardi aveva insistito sul fatto che “non e’ una questione tra privati quando un fatto include interessi di carattere generale” perche’ “quando una banca perde 10 milioni e’ un problema pubblicistico”, in quanto “le perdite vengono spalmate su tutti gli altri clienti”. L’avvocato Angelo Giarda, difensore di De Stasio, nel dirsi “sicuro dell’innocenza” dell’ex manager di Barclays ne aveva chiesto l’assoluzione “perche’ il fatto non e’ previsto dalla legge come reato”. In seconda battuta “perche’ il fatto non sussiste” e in subordine “perche’ il fatto non costituisce reato”. Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra 90 giorni.

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