Continua la guerra di Twitter all’odio sul Web
Concessione del prestito a patto che la fedina spesa pubblicitaria

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Dopo aver ricevuto aspre critiche in passato per aver lasciato proliferare falsi account e troll sulla propria piattaforma, oltre ai profili di sostenitori del terrorismo, l’azienda ha messo in campo diversi strumenti per cercare di arginare questi fenomeni. A fine 2015 modificò le proprie regole, ampliando e dettagliando la lista dei comportamenti passibili di sospensione o cancellazione dell’account, mentre a giugno dell’anno scorso ha inaugurato il pulsante “Blocca”. Ora il social network ha aggiornato la propria rete di protezione con tre nuovi strumenti. Il primo permetterà a Twitter di identificare le persone già sospese per impedire loro di creare nuovi profili e di continuare quindi a importunare gli altri membri della community.

In secondo luogo, l’azienda sta lavorando a funzionalità di “ricerca sicura”, in grado di rimuovere i tweet con contenuti potenzialmente sensibili e i cinguettii provenienti da account già bloccati o “muti”. Infine, il team di Twitter ha sviluppato un sistema per identificare e smantellare “risposte potenzialmente abusive e di bassa qualità”, in modo da risaltare le conversazioni più importanti e pertinenti al team.

“Questo genere di tweet”, ammonisce però il social network azzurro in un blog post firmato da Ed Ho, “saranno ancora accessibili per le persone che vorranno cercarli. I cambiamenti verranno implementati nel corso delle prossime settimane”. Chi vorrà consentire alla piattaforma di rimuovere queste risposte potrà intervenire nelle opzioni.

Considerando la posta in gioco, vale a dire la libertà di espressione, Twitter però non è entrata nel dettaglio e non ha specificato cosa verrà classificato come pertinente e cosa no. Il problema di eventuali censure potrebbe però non porsi, in quanto il social network non eliminerà i contenuti ma semplicemente amplierà le possibilità di scelta dei propri iscritti, che saranno gli unici a decidere se nascondere i tweet giudicati offensivi.

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