Continua l’avanzata di Bollorè, il finanziere

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In attesa di capire se i francesi accetteranno l’offerta di Telefonica per Gvt, Vincent Bolloré, primo azionista di Vivendi e secondo socio di Mediobanca è destinato ad avere un ruolo determinante anche sulle sorti di Telecom Italia. Se l’ex monopolista della telefonia dopo il disimpegno degli spagnoli di qualche settimana fa, poteva anelare a diventare una pubblic company adesso rischia invece di passare sotto l’egida dei francesi di Vivendi. A meno che Patuano non riesca a mettere insieme un’offerta superiore a quella di Telefonica, operazione che non può essere esclusa a priori. Se invece così non fosse, il
finanziere bretone da sempre vicino a Silvio Berlusconi, potrebbe avere buon gioco a rilevare con i soldi di Telefonica oltre l’8,3% in mano al gruppo spagnolo, anche le restanti quote detenute da Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo, mettendo insieme un pacchetto vicino
al 16% che permetterebbe a Vivendi di ricostituire su Telecom un nocciolo duro come quello della Olimpia di Marco Tronchetti Provera. Con un esborso limitato, Vivendi potrebbe quindi facilmente influenzare la strategia di Telecom, favodella
rendo la convergenza tra contenuti e tlc che si va affermando in tutta Europa. Ma è anche vero che Bollorè, che ha appena anche acquisito più poteri in Piazzetta Cuccia, da mesi ha in corso dei negoziati informali con il gruppo italiano della telefonia su Gvt e non è un mistero che preferirebbe concludere un matrimonio carioca con Tim Brasil invece che con la Vivo di Telefonica.
Cesar Alierta invece lascia l’Italia e raddoppia in Brasile, da sempre avamposto strategico
sua Telefonica in Sudamerica. Dalle nozze tra la controllata Vivo e la francese Gvt nascerà il primo operatore integrato carioca e la più grande società di quel continente. Concedendo ai francesi un’opzione per poter comprare la quota dell’8,3% che il gruppo spagnolo ha di Telecom, Alierta ottiene poi con una mossa due importanti risultati. In primo luogo anticipa i desiderata del Cade, l’Antitrust brasiliano che da mesi si è opposto a una crescita degli spagnoli nell’ex monopolista italiana che
in Brasile controlla il secondo operatore dopo la sua Vivo. In secondo luogo Alierta tende una mano a Vivendi, con cui in passato ha avuto forti dissapori, offrendogli la possibilità di diventare il primo socio di Telecom. Se è vero che il gruppo partecipato da Bolloré mesi fa ha messo in vendita le attività telefoniche per concentrarsi su quelle media, è anche vero che sa che la convergenza è un fatto e che gli operatori telefonici saranno i suoi futuri migliori clienti. Come dimostrato con la vendita di
Sfr a Numericable, Vivendi ha preferito l’offerta di un partner estero a quella dei connazionali di Bouygues pur di garantirsi un alleanza sui contenuti rilevando il 20% della società nata dall’integrazione. E Bolloré, che conosce bene il comparto media italiano, tanto che recentemente ha valutato con Pier Silvio Berlusconi la possibilità di diventare socio di Mediaset Premium, è molto interessato ad intavolare un futuro dialogo con Telecom, sia per l’Italia che per il Brasile.
E’ indubbio che il prezzo offerto da Telefonica per persuadere Vivendi a venderle Gvt è di quelli difficili da rifiutare, tanto più che un’offerta così generosa mette in crisi Telecom Italia, oberata dai debiti e che per rilanciare dovrebbe fare uno sforzo difficile da far digerire ai suoi azionisti, tra cui in primis Telefonica (che via Telco possiede
il 14,8%). Secondo gli analisti i 6,7 miliardi offerti da Telefonica equivalgono a un multiplo di 9,5 volte il margine operativo lordo di Gvt (e 7,5 volte tenendo conto delle sinergie) una valutazione pari quasi il doppio di quella a cui tratta Tim Brasil. Detto questo per Telecom il Brasile è l’unico mercato in crescita, non a caso ieri in cda del gruppo che era in agenda per i risultati semestrali e per negoziare un allungamento dell’esclusiva su Telecom Argentina, si è protratto fino a tarda notte per lasciare aperte tutte le opzioni future. Tim Brasil è infatti l’unico operatore locale a non avere una propria rete fissa e nel caso in cui Gvt finisse in mano spagnole, il gruppo dovrebbe fare i conti con un rivale come Vivo, che si rafforzerebbe ulteriormente anche nel fisso.

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