Cos’è il Quantitative Easing? approfondiamo la misura della Banca Centrale Europea
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Seguendo telegiornali o programmi politici, può esserti capitato di sentire il termine Quantitative Easing (QE) o, all’italiana, Allentamento Monetario. Cosa è e come funziona il QE? Con questo termine, genericamente, si va ad indicare un programma di politica monetaria non convenzionale posto in essere dalla Banca Centrale Europea al fine di finanziare l’acquisto di titoli pubblici (e anche privati) dell’area euro.  L’obiettivo di tale programma è quello di iniettare una massiccia dose di liquidità nel sistema economico, un cosidetto ‘bazooka’ monetario. L’iniezione di liquidità, principale scopo del QE, dovrebbe consentire alla Banca Centrale Europea (BCE) di raggiungere il suo primario obiettivo: garantire la stabilità dei prezzi, cioè un tasso di inflazione al di sotto ma vicino ai due punti percentuali -obiettivo minato da una contrazione della domanda con relativi impatti negativi in termini di produzione e occupazione.

PERCHÉ IL QE?

Tipicamente le banche centrali cercano di influenzare l’inflazione e l’economia reale attraverso la manovra sui tassi di interesse ufficiali. Se l’inflazione è bassa, le banche centrali tendono a ridurre i tassi di interesse nel tentativo di stimolare il consumo, la crescita economica e l’inflazione (la politica monetaria è espansiva). Allo stesso modo, quando l’inflazione è alta, una banca centrale potrebbe aumentare i tassi di interesse in modo da raffreddare l’economia e ridurre l’inflazione (la politica monetaria è restrittiva).

Durante la recente crisi economica, le banche centrali delle principali economie avanzate hanno tentato di contrastare la crisi economica adottando misure di politica monetaria straordinariamente espansive, cioè hanno abbassato i tassi di interesse ufficiali vicino allo zero (il cosiddetto Zero Lower Bound) al fine di stimolare l’economia e contrastare il rischio deflattivo. Tuttavia, con i tassi di politica monetaria vicini allo zero, quando ulteriori stimoli di natura monetaria erano necessari, le banche centrali non potevano ricorrere ai loro convenzionali strumenti di politica monetaria. Di conseguenza, hanno adottate delle misure di politica monetarie non standard, non convenzionali, per contrastare le pressioni deflazionistiche e per favorire la crescita economica. Tali misure includevano, ad es., il Quantitative Easing (QE)

IDEA ALLA BASE DEL QE

Se il tasso di interesse (nominale) ufficiale è già vicino allo zero, la BCE non può ulteriormente ridurlo portandolo in territorio negativo. Perché? Perché il rendimento nominale di detenere contante che è nullo impedisce al rendimento nominale su attività finanziarie di essere negativo. In altre parole, significa che se i tassi di interesse nominali derivanti da un dato investimento fossero negativi, noi preferiremmo detenere contante (con rendimento pari a zero) anziché ‘pagare’ per investire. Quindi, i tassi di interesse nominali non posso essere negativi! Questo significa che se il tasso di interesse ufficiale della BCE era vicino allo zero, la BCE non poteva ulteriormente ridurlo.

La BCE ha, allora, cercato di ridurre altri tassi di interessi legati ad attività finanziarie che sono positivi per via del premio per il rischio insito in tali attività, e su cui la BCE poteva agire per ridurli al fine di influenzare indirettamente l’economia reale. Quali sono tali attività? Sono i titoli obbligazionari (sia pubblici che privati) altamente diffusi nell’area euro. In altre parole, la BCE attraverso il QE ha cercato di ridurre il premio per il rischio dei titoli obbligazionari. Come? Supponiamo che la domanda da parte di investitori per un determinato titolo aumenta. Se più investitori vogliono detenere un asset (una data attività finanziaria), la domanda per quell’attività aumenta e, di conseguenza, il suo prezzo aumenta mentre il suo rendimento diminuisce (il premio per il rischio di detenere quel dato asset diminuisce).  Ed è proprio per tale finalità che la BCE e le Banche centrali nazionali (BCN) hanno iniziato ad acquistare titoli obbligazionari, per fare diminuire il premio per il rischio dei titoli obbligazionari (ricordate quanto era alto lo spread o il differenziale di rendimento tra i Btp decennali italiani e i Bund tedeschi di pari scadenza prima dell’avvio del QE?)  Se il premio per il rischio si riduce, chi emette titoli (gli Stati o le imprese) esborserà meno costi di finanziamento alla scadenza dell’obbligazione. Quindi, il loro finanziamento avverrà a un minor tasso di interesse. E poiché i rendimenti dei titoli pubblici sono di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse di un’ampia gamma di strumenti finanziari (ad es.titoli bancari e aziendali), ciò comporta una riduzione dei tassi di interesse legati a tali strumenti oltre a ridurre altri tassi di interesse (ad es. l’Euribor a 3mesi con cui sono indicizzati i mutui ipotecari). Come sono stati finanziati tali acquisti?Attraverso la creazione di base monetaria da parte della BCE che ha determinato un significativo aumento dell’offerta di moneta.

EFFETTI DEL QE

Gli effetti del QE sull’economia reale dovrebbero trasmettersi principalmente attraverso i seguenti canali:

  • Canale dei tassi di interesse: Il tasso di interesse medio sui prestiti bancari dipende dai tassi di interesse a medio e lungo termine nel caso di prestiti a tasso fisso e al tasso di interesse a breve termine nel caso di prestiti a tasso variabile. Se con il massiccio acquisto di titoli pubblici e privati i tassi di interesse del mercato monetario si riducono, si ridurrà anche il tasso di interesse medio applicato ai prestiti erogati dalle banche. Ciò determina un miglioramento dell’offerta di credito: le famiglie saranno incentivate a indebitarsi di più e a risparmiare di meno e le imprese ad investire di più, dati i bassi tassi di interesse. Inoltre, il costo di denaro più basso favorisce chi vuole acquistare casa o rinegoziare un mutuo già in essere. Tuttavia, l’effetto positivo del QE nell’erogazione dei prestiti dipenderà dalla rischiosità di chi prende a prestito, dai requisiti patrimoniali a cui le banche sono sottoposti oltre che ai loro crediti in sofferenza)
  • Canale del tasso di cambio: La riduzione dei tassi di interesse determina un deprezzamento del tasso di cambio. Che significa? I beni prodotti nel nostro paese o nell’area euro risultano meno costosi rispetto ai beni prodotti dai produttori stranieri. In altre parole, i nostri prodotti diventano più competitivi in termini di prezzi relativi contribuendo ad un aumento della domanda domestica ed estera per quel dato bene. Di conseguenza, anche la produzione di quel dato bene aumenta con effetti positivi sul nostro PIL.
  • Canale del riaggiustamento di portafoglio e canale della ricchezza: L’acquisto massiccio di titoli derivanti dal QE ha ridotto i tassi di rendimento dei titoli acquistabili attraverso il programma. Di conseguenza, gli investitori alla ricerca di tassi di rendimento più elevati rispetto a quelli offerti dall’obbligazionario (e legato al QE) potrebbero decidere di investire la liquidità aggiuntiva verso altre attività finanziarie più redditizie, quali quelle offerte dal mercato azionario. Ciò spingerebbe gli investitori a riequilibrare il loro portafoglio d’investimento a favore di altre attività finanziarie più remunerative.  Di conseguenza, chi detiene queste attività finanziarie più remunerative, considerandosi più ricco, dovrebbe consumare di più.
  • Canale della fiducia e delle aspettative di inflazione: L’intervento massiccio della BCE e delle BCN nell’acquisto di titoli manda un segnale chiaro agli investitori: le autorità monetarie faranno di tutto per contrastare la crisi economica. Ciò mira ad accrescere la fiducia delle famiglie ed imprese al fine di stimolarne consumi ed investimenti, e a sostenere le aspettative di inflazione.

Questi sono i canali più importanti attraverso cui gli effetti del QE dovrebbero stimolare la domanda e rimettere in moto l’economia. Il suo impatto sarà tanto maggiore quanto più forte sarà l’impatto del QE sulle aspettative e clima di fiducia di consumatori e imprese.

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