Un nuovo “caso” social made in Intesa San Paolo
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Comunicare è affar complicato, una materia che prima di tutto genera conseguenze da gestire da parte chi sa cosa la comunicazione sia e quali sono le regole che la governano. Il problema di questo video non sta tanto nel fatto della sua qualità, dei commenti da bar scaturiti, dalle posizioni supponenti prese dai cosìdetti guru. Sta a monte e si divide in due binari.

Il primo: quello dell’impossibilità, di questi tempi, di non vedere un video generato in modo artigianale per un contest aziendale (vedere locandina affianco) diventare di pubblico dominio. E qui forse ci si doveva pensare fin da subito, in fase di costruzione della campagna di comunicazione, sui modi, tempi e protezione di questi contenuti dallo diventare pubblici. Come dice bene Paolo, tutto ciò che è condivisibile può diventare in qualsiasi momento pubblico.

Il secondo: Internet non è il male. Internet è solo la trasposizione della realtà su una piattaforma diversa. E pertanto come avremmo riso se fossimo stati in un bar nel vedere questo video trasmesso da una TV locale (che poi in fondo non ha niente di diverso da tanti spot che ancora oggi girano in quel set di TV private), ridiamo qui. Solo che qui si pensa che la tastiera sia uno scudo protettore con il quale farsi strada nell’espressione catartica delle nostre intime repressioni. Lasciate lì, buttate a caso, perché tanto non siamo noi a doverci misurare con le conseguenze.
Conseguenze. Quelle non previste e non affrontate da chi ha gestito questa campagna. Conseguenze per chi ha messo online il video. Conseguenze per i protagonisti del video. La comunicazione genera e richiede di affrontare sempre e comunque delle conseguenze, positive o negative che siano.

Ho letto in queste ore tante di quelle sciocchezze, supposizioni su cosa sia successo, dichiarazioni da fonti autorevoli che nulla sanno in realtà cosa ci sia dietro da far rabbrividire. Chi si occupa di comunicazione dovrebbe analizzare ciò che è accaduto e provare a dare una spiegazione sensata per chi non ha dalla sua gli strumenti per farlo, invece di puntare il dito con un categorico: io avrei fatto meglio.

E invece questo video ha portato a galla una cosa molto semplice. Anche le migliori intenzioni possono collassare nell’esecuzione di una strategia molto interessante, che esistono iniziative di comunicazione molto peggiori di cui nessuno parla perché non coinvolge nessuna persona in modo diretto e personale e quindi non c’è più gusto perché si perde il voyerismo.

Tutto il resto è una coda lunga generata dagli strumenti di comunicazione oggi disponibili a tutti. Gli stessi tutti di cui potresti far parte la prossima volta.

Qui il video tanto discusso

https://www.youtube.com/watch?v=baMQ79JB9yo

Che magari dietro non ci sia il responsabile marketing di Intesa San Paolo, qui da noi intervistato prima di tanto clamore

 

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