Da qualche tempo ormai assistiamo ad aumenti costanti dei prezzi dell’energia 
Secondo quanto affermato dal Ministro della Transizione Ecologica, in tema di energia, siamo davanti a “Una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”.
carburante

Ancora nessun commento

Secondo quanto affermato dal Ministro della Transizione Ecologica, in tema di energia, siamo davanti a “Una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”.

“Stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi”. “Il mercato – ha sottolineato Cingolani – ha alzato i prezzi in maniera irragionevole e lo stanno pagando le nostre imprese. Se mettiamo un tetto ai prezzi blocchiamo questa spirale speculativa. Siamo in presenza di una colossale truffa che viene dal nervosismo del mercato”

L’ Italia, ha detto ancora il ministro, “non può cambiare ora il proprio paesaggio energetico, si impiegherebbe troppo tempo: possiamo però sfruttare al massimo i giacimenti di gas già esistenti. Ciò significa 2,5 miliardi di metri cubi di gas in più che possiamo offrire a prezzo controllato alle pmi energivore. Negli ultimi giorni abbiamo dato in media quasi un miliardo di euro al giorno per l’acquisto di gas, tutta l’Europa alla Russia, forse più del costo della guerra che Putin sta sostenendo. Ed è la dimostrazione evidente che i mercati seguono logiche proprie. Paghiamo errori storici per non aver diversificato la nostra dipendenza energetica”.

Per Cingolani è dunque fondamentale stabilire un prezzo massimo oltre il quale gli operatori europei non possono andare. “Chiunque esporta gas non può fare i conti senza l’Europa: serve un costo appetibile da non affossare il mercato. Si può discutere intorno ad una cifra di 80 euro megawatt/ora che è già il doppio di quanto pagavamo un anno fa”.

Secondo Cottarelli, Arera dovrebbe controllare i prezzi.

Per il prof. Carlo Cottarelli, le famiglie italiane pagano prezzi troppo alti per l’energia. Ciò è ingiustificato dato che i costi dell’importazione del gas non sono aumentati quanto quelli del mercato TTF. Il TTF rappresenta il mercato internazionale dove il prezzo del gas si regola in base alla domanda e all’offerta, e da cui dipende il costo della materia prima. Questo prezzo ha subito un aumento del 550% tra il quarto trimestre del 2020 e il quarto trimestre del 2021, come dimostra la seguente immagine dell’Istat.

Come risolvere il problema? Secondo Cottarelli si potrebbe regolare il prezzo del gas. Il prezzo del gas in bolletta per gli utenti cosiddetti “a maggior tutela” è un prezzo regolato, fissato da un’autorità pubblica, in questo caso dall’Autorità di Regolazione per Energia e Ambiente (ARERA). Questa autorità pubblica decide quale sarà il prezzo del gas in bolletta per il trimestre seguente e fissa il prezzo tenendo conto dei costi di produzione del gas: il costo della materia prima, il costo del trasporto, il costo del capitale investito, eccetera.

La forte crescita del prezzo di circa il 41% solo nel trimestre corrente, ha portato un forte aumento anche dei costi in bolletta. In realtà le cose non stanno cosi, secondo Cottarelli.

Nella figura sopra, la linea tratteggiata illustra l’andamento del prezzo del gas TTF, quella solida è invece il prezzo a cui effettivamente importiamo gas. Più precisamente si tratta del “valore medio unitario” del gas importato ottenuto come rapporto tra valore delle importazioni e quantità importata. Il diverso andamento rispetto al prezzo TTF è palese. Tra il quarto trimestre del 2020 e il quarto trimestre 2021 il prezzo del gas importato è salito del 58%, cioè solo un decimo di quello del TTF, la cui gestione ha sede in Olanda.

Come mai questa divergenza tra prezzo TTF e gas importato?

Iil prezzo del gas importato è fissato da contratti pluridecennali indicizzati a prezzi di mercato e non seguendo l’andamento dei prezzi del gas ma quelli del petrolio.

Questa divergenza cosa comporta? Se il prezzo in bolletta aumento in linea col prezzo TTF e il costo delle importazioni aumenta molto meno, i profitti di chi importa e distribuisce gas stanno aumentando rapidamente. “Niente di male se si trattasse di un mercato libero. Ma si tratta di un mercato regolato in cui il prezzo non è determinato dalla concorrenza tra più operatori, ma dalle decisioni di un ente pubblico”, ci dice Cottarelli.

La soluzione che ci propone Cottarelli è che si deve intervenire a livello pubblico attraverso la fissazione di un “price cap” al prezzo spot indicizzato dei mercati TTF olandesi. La differenza tra il prezzo TTF e i prezzi del gas importato sarà a spesa dello Stato. Purtroppo quindi a spese dei cittadini con le conseguenze distorsive che queste manovre possono avere sia dal lato dell’offerta che dal lato della domanda.

E se invece fosse un problema di accise?

Secondo Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, gli speculatori ci sono, ma c’entrano poco con l’aumento dei prezzi. Infatti, se consideriamo solo i prezzi della benzina, il 7 marzo i prezzi nel nostro paese, al netto delle tasse, erano inferiori alla media europea: mille litri di benzina costavano 872 euro, la stessa quantità di diesel 882 euro. . La media dell’eurozona era, rispettivamente, di 969 e 1.025 euro, con picchi particolarmente elevati in Germania (1.082 e 1.237 euro).

I prezzi dei carburanti in Italia sono grossomodo in linea con la media dell’eurozona. Dunque, se c’è un elemento singolare, è quello fiscale: sebbene i prezzi industriali siano sotto la media, accise e Iva ci fanno risalire la classifica, insieme a Germania, Olanda e Francia.

Ma anche questo punto chiede di porsi degli interrogativi. Davvero possiamo pensare che il problema sia tutto dalla parte delle accise e dell’iva? Se confrontiamo i dati europei i prezzi della benzina non si discostano di molto. Inoltre tagliare accisa e iva non sarebbe una cosa saggia da fare dato che finanziano le spese dello Stato per circa 30 miliardi di euro. Si potrebbero ridurre, come si sta facendo con l’ultima manovra, ma lo si potrà fare per un limitato periodo di tempo, dato che nel tempo i prezzi si adegueranno al rialzo.

Quale può essere una lettura alternativa?

Se non si può parlare di certo di una “truffa colossale”, la speculazione in questo caso è presente già nelle aspettative dei mercati. Gli operatori tendono a coprirsi da rialzi dei prezzi del petrolio e del gas (che a loro volta portano a una spinta rialzista); i fornitori, invece, aumentano la domanda di fonti fossili per paura di una carenza futura degli stessi beni. Ricordiamo, che da quando l’economia si è ripresa dopo i lockdown diffusi in tutto il mondo, la forte domanda di beni tecnologici unita alla maggior richiesta di energia elettrica e a una forte riduzione d’offera di petrolio di circa 400 mila barili al giorno, ha portato a una spinta inflazionistica che non si vedeva ormai da 40 anni.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI