Spetterà alle commissioni parlamentari che esamineranno i decreti legislativi appena approvati dal Governo correggere la svista che ha fatto ricomprendere il mancato rispetto degli obblighi di cui al dlgs 231/2007 tra i reati depenalizzati e quindi sanzionabili con misure amministrative.
Una vera e propria incomprensione tra uffici legislativi, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, che ha fatto sobbalzare gli uffici tecnici del ministero dell’economia e della Banca di Italia tanto da mettersi a ragionare su una soluzione in tempi rapidi del pasticcio normativo. La soluzione potrebbe essere individuata proprio nei lavori delle commissioni una volta che il testo arriverà per la disamina. Nei pareri conclusivi si dovrebbe chiedere di inserire nella lista delle materie escluse dalla depenalizzazione proprio il regime sanzionatorio legato alla disciplina dell’antiriciclaggio e del contrasto al finanziamento del terrorismo.
La riforma delle sanzioni in materia antiriciclaggio è infatti stata prevista nella legge delega comunitaria secondo i criteri della nuova direttiva in materia di antiriciclaggio (direttiva 2015/849). Le modifiche che prenderanno corpo in un decreto legislativo una volta che la legge di delegazione europea sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale rispetteranno il tavolo di lavoro tra professionisti e tecnici del ministero dell’economia coordinato dal sottosegretario del ministero Enrico Zanetti. I criteri di riforma infatti si ispirano al principio di graduare le fattispecie incriminatrici alle sole condotte di grave violazione degli obblighi di adeguata verifica della clientela e conservazione dei documenti perpetrati con frode e falsificazione. E di procedere a una maggiore graduazione delle sanzioni amministrative.