Dipendenti Statali: per ottenere subito la buonuscita quando si va in pensione, si pagherà un tasso di interesse
Siamo in Italia e nonostante i tanti denari che i dipendenti pubblici versano all’INPS per tutta la vita lavorativa, al fine di garantirsi una degna pensione, quando è il momento di andare in quiescenza ci si aspetterebbe che l’Ente previdenziale liquidasse immediatamente il TFS, il famoso trattamento di fine servizio.
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Siamo in Italia e nonostante i tanti denari che i dipendenti pubblici versano all’INPS per tutta la vita lavorativa, al fine di garantirsi una degna pensione, quando è il momento di andare in quiescenza ci si aspetterebbe che l’Ente previdenziale liquidasse immediatamente il TFS, il famoso trattamento di fine servizio. Invece no, il pensionato si liquida in genere in due anni con la metà del dovuto il primo anno e la restante somma maturata il secondo anno. Ma l’assurdo ve lo spieghiamo adesso.

In data 10 agosto 2020 in prossimità del ferragosto ( in maniera silente) è stato firmato l’accordo fra le banche e il governo per l’anticipo del TFS trattamento di fine servizio agli statali. I dipendenti pubblici che andranno in pensione prenderanno subito la liquidazione, ma in che modo?

Mancava ancora l’accordo quadro fra Abi e i ministeri competenti per dare il via all’erogazione dei fondi dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto che regolamentava l’anticipo del trattamento di fine servizio fino a 45 mila euro.

Con l’accordo sottoscritto fra Abi e governo, si definiscono i termini e le modalità di adesione da parte delle banche all’iniziativa, nonché le modalità di determinazione del tasso di interesse da corrispondere sull’anticipo Tfs/Tfr. E si, in quanto dopo tanti anni di versamenti e detrazioni, per avere quanto dovuto in anticipo il Governo ha deciso di far subentrare le banche ad anticipare quanto spetta di diritto.

Il pensionato statale dovrà quindi pagare gli interessi alla banca per la buonuscita, fino a quando l’INPS salderà il dovuto direttamente all’istituto di credito, dopo circa due anni di interessi maturati e detratti al povero pensionato che avrà la necessità di avere la sua liquidazione subito per magari accontentare i figli che vogliono intraprendere un’attività economica o acquistare un immobile.

Sarà un finanziamento oneroso a tasso d’interesse calmierato,  ma per gli statali il TFS arriverà sottoforma di prestito bancario. Banche e governo pentapiddino all’unisono sempre contro il cittadino inerme che non può fare altro che subire anche in questa circostanza.

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2 commenti

  • Roberto caltabiano ha detto:

    La nostra vicenda, nonostante siano passati oltre 19 mesi dal d.lgs 4/2019, nonostante i vari controlli, alcuni di questi enti addirittura due volte,per ben tre volte la ministra Dadone abbia annunciato in modo trionfale che il provvedimento fosse pronto, anche se con interessi a carico nostro, ad oggi non possiamo accedere a tale trattamento, perche si sono dimenticati stranamente di aprire un fondo di garanzia per il nostro Tfs

  • Roberto Giuranna ha detto:

    Confermo quanto detto dal sig. Catalbiano. Tutti gli annunci trionfanti sulla risoluzione del problema sono falsi e ad oggi agli ex dipendenti pubblici viene perfino negata dall’INPS la quantificazione del TFS maturato.

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