Da varie parti si avvertono ritrosie verso le carte di pagamento, da parte di alcuni individui e di alcuni esercenti, specie tra gli autonomi e i professionisti. Le barriere che inibiscono gli esercenti sono molteplici , e su tutte la preoccupazione che costi e commissioni siano eccessivi; rispetto a tale indicazione però emerge che la conoscenza precisa di tali costi è molto bassa, solitamente sovrastimata, e al contempo sono spesso ignorati i costi impliciti ed espliciti del contante.
La seconda barriera – che accomuna esercenti e consumatori – riguarda il rischio truffe , sentita in particolare tra professionisti e autonomi. Anche in questo caso le esperienze reali dovrebbero far riflettere: in 3 casi su 4 chi dichiara di aver subito truffe le ha subite in contanti, e solo 1 caso su 4 ha subito truffe con strumenti diversi dai contanti (al primo posto troviamo l’assegno). Inoltre meno della metà di coloro che hanno subito truffe in contanti sono riusciti a recuperare in tutto o in parte il maltolto, mentre questa percentuale di recupero sale a più del 60% tra chi ha subito truffe non in contati. Inoltre, ragionando in generale, è opinione comune che l’ acquirente sia più tutelato quando paga tramite strumenti elettronici .
La terza barriera riguarda la percezione dei tempi di realizzazione delle transazioni di pagamento . In generale è diffusa l’idea che il pagamento con carta richieda più tempo di quello effettuato con denaro contante, poiché mentre nel primo caso si parla di veri e propri “tempi di attesa” nel secondo caso i pagatori hanno un ruolo più attivo in quanto impegnati a dare i soldi o controllare il resto. In aggiunta il pagamento con carta viene spesso ritenuto scomodo , caratteristica che può essere ricondotta alla ridotta propensione a cambiare i terminali in modo programmato: 2 esercenti su 3 li cambia solo quando si rompono. Inoltre anche il pagamento contactless, che rende il processo molto più rapido, ha ancora una penetrazione effettiva assai ridotta: 1 esercente su 4 non lo conosce, 2 su 4 lo conoscono ma non l’hanno installato, e tra quelli che l’hanno installato (1 su 4), solo il 63% lo usa effettivamente. Quindi molti esercenti vivono ancora i pagamenti elettronici con una certa diffidenza, anche perché non hanno percezione del valore specifico per loro stessi; d’altra parte, nemmeno l’acquirente ha l’idea che il pagamento elettronico possa generare vantaggi per l’esercente e per se stesso.
Ma riaffermare il valore del pagamento elettronico – in termini di comodità, sicurezza, monitoraggio spesa, lotta all’evasione , ecc. – su tutti i soggetti coinvolti, utilizzatori ed esercenti, è fondamentale per accelerarne la diffusione.