Il Consiglio dei ministri ha deciso un prelievo straordinario sugli extra profitti degli istituti di credito. Una norma «di equità sociale», ha spiegato il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini parlando in conferenza stampa della proposta portata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. A chiedere l’intervento sarebbe stata la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che in occasione dell’ultimo Consiglio Europeo aveva parlato in modo generico di rafforzare il sostegno alle famiglie anche oltre la possibilità di convertire il mutuo a tasso variabile in uno a tasso fisso.
Il prelievo del 40% sugli extra profitti sarà limitato al 2023. In concreto quindi la misura, dalla quale potrebbero arrivare circa 3 miliardi di euro, andrà a finanziare il taglio del cuneo fiscale e un fondo per i mutui. In pratica, quanto chiesto da mesi dai 5 Stelle, con il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri in testa.
Il calcolo della base imponibile è «sull’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 che eccede per almeno il 3% il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022». Conta inoltre «l’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 6% il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022».
L’ammontare dell’imposta straordinaria, in ogni caso, non potrà essere superiore a una quota pari al 25% del valore del patrimonio netto alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023.
Il pagamento dovrà avvenire «entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024». La norma spiega poi che gli istituti che «in base a disposizioni di legge approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio effettuano il versamento entro il mese successivo a quello di approvazione del bilancio».
Per le banche il cui esercizio non coincide con l’anno solare, come per esempio Mediobanca, «se il termine di cui ai primi due periodi scade nell’anno 2023, il versamento è effettuato nel 2024 e, comunque, entro il 31 gennaio». Finora il ministero dell’Economia aveva imboccato la strada della moral suasion e spronato le banche a riequilibrare in tempi rapidi i rendimenti sui depositi rispetto alla raccolta.
Ancora a inizio giugno Giorgetti aveva spiegato che un intervento di questo genere non era in cantiere. Quando il dibattito sugli extraprofitti bancari è entrato nel vivo, Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, aveva invece lasciato intendere di essere pronto a pagare a patto che i proventi finanzino la lotta alle disuguaglianze.