Quest’anno la maggior parte dei guadagni nel mercato azionario si è concentrata nei titoli tecnologici statunitensi. Nel frattempo, la Federal Reserve sembra decisa a mantenere la rotta fino a quando l’inflazione non mostrerà segni reali di calo. Con la complessità dei mercati azionari che sta raggiungendo nuove vette, gli investitori devono fare i conti con una serie di estremi insoliti ma molto influenti. Qui di seguito, esaminiamo cinque forze che saranno determinanti nel plasmare la prossima fase del ciclo azionario.
1. La fine degli stimoli
Con la Fed e le altre banche centrali che hanno inasprito l’offerta monetaria per far fronte ai postumi inflazionistici della pandemia di coronavirus, è estremamente improbabile che si torni a un mondo guidato dagli stimoli, visti i chiari rischi posti dall’aumento dei prezzi. Questo è importante perché le misure di stimolo hanno svolto un ruolo importante nell’aumento dei prezzi degli asset nell’ultimo decennio. È importante anche perché il mercato prevede tagli sostanziali dei tassi nel 2024.
Nonostante la Fed abbia tentato in modo aggressivo di reprimere le pressioni inflazionistiche attraverso la rimozione degli stimoli e uno dei cicli di rialzo dei tassi più rapidi della storia, l’economia globale dispone di una tale quantità di denaro che rimane ampia liquidità per creare inflazione dei prezzi degli asset.
Il livello di aggressività delle politiche ha creato lo scenario per l’emergere di eventi rischiosi, come i recenti crolli bancari statunitensi. A prescindere dai rischi di un rapido ritiro della liquidità, la Fed sembra impegnata a ridimensionare l’economia. La sua capacità di gestire la riduzione dell’inflazione in modo fluido potrebbe tuttavia essere messa alla prova nella prossima fase del ciclo.
2. Decelerazione economica e atterraggio duro o morbido
Una caratteristica insolita di questo ciclo di mercato è stata la mancanza di sincronia. Normalmente, le strette della politica monetaria provocano una decelerazione degli investimenti, delle spese e delle assunzioni, con l’effetto complessivo di una deflazione su larga scala. Tuttavia, in questo ciclo, i salari hanno continuato a crescere e le tendenze dei consumi sono rimaste solide, anche se l’economia è rallentata.
Inoltre, non abbiamo assistito a un ciclo del credito significativo e, sebbene vi siano alcuni piccoli segnali di aumento della disoccupazione, il sentiment delle imprese rimane relativamente solido.
Ciò significa che il mercato del lavoro è straordinariamente rigido, nonostante la Fed cerchi di indurre un aumento della disoccupazione. Questa mancanza di sincronia è in parte il motivo per cui l’economia statunitense sta andando così bene a fronte di una stretta monetaria così aggressiva. Ma questo potrebbe significare una maggiore inflazione – o quantomeno un’inflazione più vischiosa – nel corso dei prossimi trimestri.
3. La deglobalizzazione e il disaccoppiamento Cina-USA
L’era della massima liberalizzazione dei mercati e della globalizzazione è ormai alle nostre spalle, con conseguenze su produttività, inflazione e ridistribuzione economica. Negli ultimi anni è emerso chiaramente come Stati Uniti e Cina si stiano disaccoppiando a livello economico e politico. Ciò implica maggiori investimenti interni, in quanto entrambe le parti cercano di costruire catene di approvvigionamento indipendenti che prima erano interconnesse. Ci vorrà tempo, ma l’Inflation Reduction Act statunitense contribuirà a incentivare gli investimenti interni, contribuendo a creare una maggiore indipendenza dalla Cina. Riteniamo tuttavia che il governo statunitense sia seriamente intenzionato a costruire l’infrastruttura necessaria per rendersi indipendente dalla Cina, ed è per questo che sarà importante essere dalla parte giusta di questo cambiamento a livello di titoli.
La nostra view sulla Cina rimane quella di un mercato investibile, la selettività sarà fondamentale. Un maggiore intervento politico implica un cambiamento del contesto sia per i flussi di investimento sia per la libertà di creazione di ricchezza. Questo influenzerà senza dubbio i premi di rischio.
4. L’IA e l’importanza di essere dalla parte giusta del ciclo di investimento
Nessuna prospettiva di investimento è completa senza un riferimento all’intelligenza artificiale (IA), soprattutto per l’influenza che questo tema ha avuto sui mercati azionari quest’anno.
L’istruzione, lo sviluppo dei media, l’efficienza dei carburanti, il fintech e la fornitura di dati finanziari e la medicina sono tutte potenziali aree di impatto per l’IA, sulla base di un mondo in cui oggi vengono creati più dati all’ora che in un intero anno vent’anni fa, ma in cui solo l’1% dei dati globali viene catturato, archiviato e utilizzato. L’IA è destinata a cambiare drasticamente tutto ciò.
Ciò che è chiaro, tuttavia, è che sarà importante posizionarsi sul lato giusto del ciclo dell’IA, data l’entità della spesa in un momento in cui molti margini aziendali si stanno comprimendo. Si tratta di una considerazione a breve termine, mentre l’analisi a più lungo termine si concentra su quali aziende potrebbero subire una disruption o essere adottate in massa a causa del rapido cambiamento della user experience.
5. Fine dell’era ‘goldilocks’ per i profitti aziendali
Queste forze sono sintomatiche di un ciclo insolito, in cui gli echi della crisi finanziaria globale sono ancora presenti. I rapidi cambiamenti tecnologici, il COVID e i conflitti geopolitici creano le premesse per un percorso accidentato in futuro, in cui sarà importante macinare rendimenti. Riteniamo che i mercati premieranno sempre di più le società in grado di resistere al declino economico e di mantenere o ampliare i margini di profitto.
Trovare la strada migliore per il futuro
Sebbene gli ultimi tre anni siano stati dominati dall’oscillazione tra titoli growth e value, riteniamo che il futuro implichi una maggiore attenzione alle specificità dei titoli e alle società in grado di crescere e di incrementare i propri utili attraverso un ciclo fondamentalmente cambiato. Il nostro compito è quello di individuare le società che potranno prosperare nelle prossime fasi del ciclo azionario.